LETTERA APERTA ALLA CHIESA NAPOLETANA
Siamo un gruppo di amici, originari del quartiere Vasto di Napoli, in questi giorni salito agli onori della cronaca grazie alla visita del ministro Salvini. Ora viviamo tutti altrove, ma non possiamo dimenticare che la nostra formazione giovanile è avvenuta in questa zona popolare della città, di cui ricordiamo la dinamica vivacità e la naturale tensione all’accoglienza.
Da sempre strutturalmente carente di luoghi d’incontro per i giovani, nel Vasto, come del resto in molte altre realtà cittadine, la Chiesa locale ha svolto un’insostituibile azione di supplenza, offrendo ai ragazzi l’occasione per condividere esperienze, sottraendoli alle insidie della strada.
Alla fine degli anni ’60, pertanto, l’Azione cattolica e l’associazionismo giovanile di matrice cattolica hanno garantito il radicamento nelle coscienze giovanili di valori autentici ispirati alla pace, alla fraternità, all’accoglienza.
Anche noi, firmatari di questa lettera aperta, in quegli anni eravamo in Aziona cattolica – nell’associazione Paolo VI, attiva presso la parrocchia di Santa Maria del Buon Consiglio, in via Milano, allorquando svolgeva il ruolo di assistente spirituale padre Gaetano Errico – ricoprendo incarichi di responsabilità, sia a livello parrocchiale sia in ambito diocesano.
Il ricordo di quegli anni non può non essere carico di emozioni, perché proprio allora, attraverso indimenticabili esperienze di condivisione, sono state create le condizioni della nostra futura crescita e della nostra identità spirituale che poi, negli anni avvenire, ci hanno condotto, nello spirito evangelico, a sostenere le lotte dei più deboli, di quelli che nella storia non hanno voce.
Ebbene, crediamo che il silenzio della chiesa napoletana in occasione della visita del ministro Salvini a Napoli sia un fatto di estrema gravità. L’attuale ministro degli Interni, promotore, come è noto, di una politica discriminatoria verso i migranti, si pone in radicale antitesi con l’annuncio evangelico che, invece, induce a costruire una concreta rete di solidarietà e fraternità proprio intorno agli ultimi e agli esclusi, a chi vive nell’indigenza e nella mancanza di tutto.
Riteniamo che sarebbe stato necessario un esplicito pronunciamento da parte della chiesa napoletana, in modo da ribadire l’abissale lontananza tra l’attuale politica di gestione del fenomeno migratorio e le posizioni della chiesa al riguardo, più volte ribadite con forza e spirito profetico da papa Francesco, attraverso discorsi netti che non lasciano spazio al dubbio o alla discussione: i cristiani devono rigettare e combattere fermamente ogni politica che discrimini i più deboli, i migranti alla ricerca delle condizioni minime per la sopravvivenza.
Anche le parrocchie del Vasto, a nostro avviso, avrebbero dovuto esprimersi con fermezza e chiarezza sulla questione, prendendo le distanze sia dalla politica governativa, sia dal vento razzista da essa alimentato.
Dobbiamo constatare, invece, con grande dolore, che tutto ciò non è avvenuto.
La Chiesa napoletana si è chiusa in un inspiegabile e colpevole silenzio, diventando, di conseguenza collaterale e complice delle idee e delle decisioni del ministro Salvini, anzi, come riportano i resoconti giornalistici dell’infausta visita di Salvini, ha ritenuto opportuno aprire le ‘porte’ al ministro, dialogando con chi va, invece, assolutamente respinto, naturalmente non come ‘persona’ (tutti hanno diritto all’accoglienza, anche i peggiori), ma come rappresentante e simbolo di un’inaccettabile politica discriminatoria.
Difatti, le cronache della giornata napoletana di Salvini riferiscono di un incontro (previsto dal programma ufficiale) tra il parroco del Buon Consiglio al Vasto (proprio la nostra amata e non dimenticata parrocchia) e Matteo Salvini, dei cui contenuti, in realtà, si sa poco, anzi quasi nulla.
E ciò, crediamo, sia ancora più grave.
Il silenzio-assenso è segno di ambiguità ed alimenta in modo irrazionale la tensione razzista che serpeggia tra chi ha tutto l’interesse a trovare un capro espiatorio unico che giustifichi, in modo onnicomprensivo, i guasti prodotti nel territorio da anni di malgoverno e di malaffare.
Con la delusione nel cuore e con sincera umiltà, inviamo queste riflessioni al parroco del Buon Consiglio – padre Vincenzo Balzano – e al cardinale di Napoli – Mons. Crescenzio Sepe – nella speranza che esse possano contribuire al ‘risveglio’ di quella chiesa a noi tanto cara.
Napoli, 3 ottobre 2018.
Aldo Bifulco
Mario Corbo
Gennaro Sanges
Rosario Sanges
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