
ci siamo scoperti capaci di pensare e realizzare molte cose insieme
DI MAURO CASTAGNARO
L’assemblea nazionale di Assisi ha permesso alla rete di fare un passo avanti verso gli obiettivi che ci eravamo proposti nel convocarla: volevamo “fare ‘massa critica’” e ci siamo scoperti capaci di pensare e realizzare molte cose insieme, volevamo “dare visibilità alla nostra area ecclesiale” e abbiamo manifestato pubblicamente e “in presenza” la sua esistenza per la prima volta dopo tanti anni, volevamo “realizzare un’esperienza sinodale di confronto, ma anche conviviale” e abbiamo armonizzato bene momenti di discussione, di celebrazione e di festa, volevamo “ampliare il coinvolgimento anche di persone e sigle non aderenti alla rete” e un terzo dei partecipanti non ne faceva parte, volevamo “mostrare che è già una realtà la Chiesa che vogliamo” e ne abbiamo fatto un’esperienza concreta, volevamo “rafforzare la convergenza tra i nostri gruppi su un certo numero di argomenti, al di là dei temi specifici che mobilitano le nostre singole sigle”, “rilanciare operativamente le proposte finora maturate ed elaborarne di nuove in tavoli tematici” nonché “incidere sulla Seconda assemblea sinodale italiana” e a tal fine abbiamo prodotto un ricco Documento finale.
Certo, abbiamo compiuto passi nella giusta direzione, ma non abbiamo raggiunto la meta. E non possiamo ignorare i limiti del nostro appuntamento che, oltre allo scarso coinvolgimento di esponenti delle altre Chiese cristiane già segnalato nella relazione introduttiva, io rinvengo in una partecipazione numericamente buona, ma non straordinaria (certo il periodo invernale, il posto decentrato, la durata su due giorni e lo sciopero dei treni non hanno aiutato), con alcune sigle della rete poco rappresentate, e in un’età media avanzata dei/lle presenti (con l’eccezione dei gruppi lgbt+).
Particolarmente significativo, a mio parere, è stato il Documento finale, non solo per la sua qualità come contributo alla stesura delle Proposizioni per la Seconda assemblea sinodale italiana, ma soprattutto perché rappresenta un embrione di “piattaforma comune” tra tutte le nostre sigle. Certamente esprime una convergenza che è lungi dall’essere compiuta e sono convinto che se avessimo aperto il dibattito su ogni parte del Documento finale sarebbero emersi distinguo e, forse, qualche dissenso, ma l’acclamazione che è seguita alla sua lettura mi pare mostri che la stragrande maggioranza dei/lle presenti ad Assisi si sentisse “comoda” in questo testo.
Quanto al futuro della rete, ovviamente all’inizio non avevamo parlato del “dopo Cammino sinodale delle Chiese in Italia”, anche perché all’epoca non si sapeva neppure quanto esso sarebbe durato D’altro canto, come Noi siamo Chiesa, abbiamo sempre ritenuto auspicabile un più strutturato legame tra i gruppi della nostra area ecclesiale (conciliare, progressista, riformatrice, ecc. come la voglia chiamare) per incidere maggiormente nella Chiesa italiana. E intercettando brandelli di conversazione tra i/le partecipanti all’assemblea di Assisi ho colto espliciti desideri di “andare avanti anche dopo la fine del Sinodo” e persone che si salutavano con un “arrivederci all’anno prossimo”. Ovviamente è qualcosa che dovremo valutare e decidere insieme, tenendo conto che l’esistenza di un percorso strutturato come quello sinodale dava al nostro ritrovarci un “contenitore” facilitante il lavorare insieme.
Comunque, se intendessimo proseguire il cammino comune, a mio parere potremmo soprattutto sviluppando iniziative che non si sovrappongano a né duplichino quanto già le nostre sigle fanno singolarmente, ma realizzino quelle che da sole esse non sarebbero in grado di attuare o collochino le attività di ciascuna sigla un “contesto” più ampio (la rete deve essere per loro un “valore aggiunto”), sia nel promuovere l’implementazione delle scelte per noi più interessanti che usciranno dalle conclusioni del Sinodo italiano sia nel tener vive quelle proposte per noi fondamentali, ma che non sono state assunte dall’intera Chiesa italiana. Ciò potrebbe avvenire, per esempio, tramite documenti, prese di posizione, campagne, gesti, ecc. che possano via via maturare ed essere condivise, magari dandoci anche un appuntamento annuale o biennale sullo stile dell’assemblea di Assisi e pensato in modo da essere utile a ogni sigla. Queste sono comunque semplici suggestioni per mettere qualche legno nel fuoco del nostro dibattito.
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