Siamo noi i predoni dell’Africa!»,
DAL DISCORSO DEL VESCOVO CORRADO LOREFICE ALLA CITTA’ DI PALERMO
«Siamo noi i predoni dell’Africa!», tuona l’arcivescovo di Palermo, «siamo noi i ladri che, affamando e distruggendo la vita di milioni di poveri, li costringiamo a partire per non morire: bambini senza genitori, padri e madri senza figli. Un esodo epocale si abbatte sull’Europa, che ha deciso di non rilasciare più permessi per entrare regolarmente nel nostro continente. E allora questo esercito di poveri, che non può arrivare da noi in aereo, in nave, in treno, prova ad arrivarci sui barconi dei trafficanti di uomini…».
Quelli che vengono chiamati centri di smistamento, di detenzione – sottolinea Lorefice – «quei centri che i nostri governi sollecitano e finanziano per “bloccare” il flusso migratorio, spesso richiamano i campi di concentramento. E se settant’anni fa si poté invocare una mancanza di informazione, oggi no. Non lo possiamo fare, perché ci sono le prove, nella carne martoriata di questa gente, nei filmati, nei reportage di giornalisti coraggiosi (mentre giornali e telegiornali di altra fatta parlano dei migranti sulle navi come di un “carico” alla maniera delle merci e delle banane!). Noi sappiamo, e siamo responsabili. E dobbiamo levarci!»
«Il Vangelo non è un’utopia, ma una regola, una forma di vita, e l’Eucaristia – come ricordava Paolo VI contiene la forma vitae dei popoli», rimarca il prelato. «La stessa cosa di cui era convinto Benedetto da Norcia, patrono d’Europa. Pertanto – conclude – questo è il messaggio su cui ritornare a scommettere: «Non è questione di accoglienza, non si tratta di essere buoni, ma di essere giusti. Non di fare opere buone, ma di rispettare e, se necessario, ripensare il diritto dei popoli. È in nome del Vangelo che ogni uomo e ogni donna hanno diritto alla vita e alla felicità».
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