VITTORIO BELLAVITE
Vittorio Agnoletto
Ci ha lasciato Vittorio Bellavite, un grande amico, con il quale per quasi cinquant’anni ho condiviso speranze, delusioni e poi ancora speranze; perché Vittorio non si arrendeva mai, guardava sempre in avanti, sempre “oltre”, con la generosità, la sincerità e anche quel tocco di ingenuità che talvolta lo riparava da qualche miseria umana di troppo.Vittorio appartiene alla storia del Cattolicesimo conciliare, a quella generazione di credenti che rompendo con la Democrazia Cristiana diede un contributo importantissimo al rinnovamento della sinistra e alla costruzione dei movimenti degli anni ’60 e ’70. Quando ci incontrammo a metà degli anni ’70 nel Pdup, per me che venivo dall’Agesci, dallo scoutismo cattolico, lui, che aveva vent’anni più di me, divenne subito un riferimento; insieme abbiamo vissuto l’esperienza di Dp, dei movimenti pacifisti e altermondialisti. Vittorio nei decenni successivi è stato uno dei principali animatori del movimento “Noi siamo Chiesa” fornendo sempre una documentazione precisa di quanto avveniva dentro e intorno a quell’istituzione ecclesiastica che per tanti anni, fino all’arrivo di Francesco, li ha ignorati, criticati e marginalizzati.Vittorio era un “resistente” non solo dal punto di vista sociale e politico, ma anche in senso sportivo; lui correva e correva: ha corso la sua ultima maratona non molti anni fa. Una cosa che ho sempre ammirato in lui è che insieme a Pinuccia sono riusciti a testimoniare con coerenza e fino in fondo, nella loro vita familiare i valori nei quali hanno creduto: Sara, Giovanni, Davide e Michele ne danno testimonianza.
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