CHI SIAMO
Siamo un gruppo di persone che da più di 50 anni non si stancano di confrontarsi e di cercare dentro e fuori di sé le ragioni più profonde della loro esistenza.L’elemento fondante della nostra Comunità è da individuare nella ricerca di una fede non alienante, rispettosa della dignità umana, liberata da tutte le incrostazioni della storia.
Una fede adulta gioiosa e conviviale non data una volta per sempre, che mette in conto cadute, incertezze e inquietudini; che acquista senso quando è liberazione dell’uomo da ogni forma di schiavitù; che ha un riferimento costante in Gesù di Nazareth, nella sua testimonianza.
E’ forte la convinzione che la Comunità, pur nei limiti e nelle contraddizioni che la caratterizzano è tale solo se esiste per gli altri: i nostri amici, le persone a noi prossime, quelle lontane per cultura e religione, per gli ultimi e gli emarginati di oggi e delle generazioni future.
La nostra realtà e i luoghi della nostra storia, ma anche i luoghi a noi più remoti, il pianeta tutto e l’intera biosfera, segnano il nuovo orizzonte della vita, dell’azione e della relazione, ove l’uomo può essere veramente uomo e continuare a sognare sapendo di sognare.
Dagli input del Concilio siamo partiti spinti dalla consapevolezza che il Vaticano II era un inizio di percorso nuovo per il “Popolo di Dio” e non un punto di arrivo.
La chiusura delle gerarchie e l’abbandono delle grandi intuizioni del Concilio spinsero molte comunità e gruppi a quella esperienza che venne chiamata “La Chiesa del dissenso”
Il 1968 è l’anno in cui, sull’onda, appunto, del Concilio, fioriscono in
tutta Italia gruppi di base, gruppi spontanei che iniziano un
percorso, in autonomia dai luoghi istituzionali del cattolicesimo,
chi per portare più avanti le istanze conciliari, chi
per difenderle dalla regressione che stavano subendo nella
vita concreta delle strutture cattoliche, soprattutto contaminandosi
con i fermenti di liberazione politici, sociali, culturali
che stavano interessando l’intero Paese. In quel contesto nacque la “Comunità cristiana di base del Cassano di Napoli.
Sono stati anni impegnativi e a volte difficili, per il palese manifestarsi di forme di esclusione e di emarginazione delle gerarchie, ma anche gioiosi e ricchi di esperienze di fede, che ci ha visto insieme impegnati
nello studio, nell’approfondimento del messaggio
evangelico e nella condivisione di momenti di preghiera. Un
percorso che è stato possibile perché abbiamo tutti scelto
la strada della responsabilità e della libertà di ricerca, scevra
da dogmatismi ed assoluti. Un percorso che si è ultimamente
allargato ad una riflessione sulla necessità di liberare
la fede dalla religione (intesa come sistema di regole, riti,
dogmi) verso una spiritualità più ampia che arrivi al cuore
dell’uomo e del cosmo.
Oggi la comunità, è fortemente proiettata con il suo impegno sul territorio di Secondigliano – Scampia insieme a tanti altri gruppi che vivono il loro impegno in difesa dell’ambiente e degli ultimi.
Attività importante è quella della “Scuola di Pace di Napoli” che rimane sul territorio come un presidio di convivenza di fraternità e di educazione alla pace. Questa esperienza da alcuni anni si è fortemente arricchita con la “Scuola di italiano per immigrati” che vede la presenza attiva di un gran numero di volontari e volontarie impegnate ad offrire a tanti immigrati/e lo strumento importantissimo della lingua coma momento di forte interazione con il nostro paese.
Importante impegno e’ quello del “Progetto Pangea” che promosso dal circolo di Legambiente “La Gru” di Scampia vede l’impegno di molti gruppi , Associazioni e scuole del territorio per vivere concretamente i valori della non violenza e della salvaguardia dell’ambiente. L’impegno concreto è quello della realizzazione del giardino dei 5 continenti che si va costruendo giorno per giorno a Piazza Battaglia a Scampia.
Oggi ci ci stiamo interrogando nella ricerca di una nuova spiritualità.
Siamo convinti che bisogna intraprendere nuovi percorsi che
«Dalla religione alla spiritualità per andare oltre».
Il rifiuto dei dogmi, di una interpretazione letterale e fon-
damentalista delle scritture, la critica ad una visione di Dio
teistica e patriarcale, la critica ad una teologia chiusa ad
ogni ricerca sono temi che nel corso degli anni abbiamo
sempre affrontato senza remore. Ma ancora oggi il nome di
Dio è usato, abusato, per dividere e non per unire.
Si tratta, quindi, di costruire qualcosa di nuovo con un
cammino fatto di speranza ma non senza rischi. Sappiamo
cosa lasciamo ma non abbiamo ancora chiaro a cosa approderemo.
E allora nostri compagni di viaggio in questo
ennesimo esodo dovranno essere la voglia di rompere gli
schemi (anche quelli che noi stessi abbiamo costruito nel
tempo), il richiamo alla laicità e alla libertà di ricerca, la coscienza
del valore della comunità come luogo di condivisione
delle esperienze di fede e di vita, la coscienza di un
cammino per costruire un mosaico di spiritualità in armonia
con noi stessi e con gli altri, con le altre espressioni religiose,
con i non credenti, con tutti gli uomini di buona volontà,
senza elitarismi né esclusioni, inutili antagonismi, accettando
ogni contaminazione che proviene dall’esterno, la
voglia di inventare linguaggi e simbolismi nuovi che rivalutino
anche la corporeità delle persone e le loro esperienze di
pensiero e di vita, l’assunzione del cambiamento come stato
permanente dell’essere credenti. Ed infine, ci sia compagno
di viaggio in questo cammino il richiamo costante alla figura
e al messaggio di Gesù.
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