Nato povero hai conosciuto la stanchezza e la fame
Ti ringraziamo o figlio dell’uomo, perché ci hai rivelato
un Dio dal volto umano,
un padre, che non è più saggio del bambino che gioca con le nubi e col vento,
che gioca col sogno e con la fantasia delle sue creature,
che spinge le speranze degli uomini, fino a farne certezze per cui dare la vita.
Ti chiediamo, che ci siano ancora i boschi e i laghi,
che ci siano uccelli nell’aria,
che la luna e le stelle siano ancora meraviglie,
che ci sia il fuoco per chi ha freddo,
frutti per chi ha fame,
che ci siano sempre innamorati e vagabondi,
il vino e i giochi,
ma soprattutto che non cessi mai nel cuore dell’uomo la speranza,
la solidarietà con gli sfruttati,
la certezza che domani abbatteremo ciò che è vecchio,
per fare la novità del vangelo.
Per questo mistero di salvezza Gesù,
figlio dell’uomo prendici nel tuo amore e nella tua passione per gli ultimi.
Nato povero hai conosciuto la stanchezza e la fame,
hai condiviso le delusioni e le speranze della povera gente,
del popolo:
il pianto della vedova per l’unico figlio morto,
il tormento del padre che ha il ragazzo epilettico,
l’angoscia della vecchietta spogliata dai medici di tutte le sue sostanze.
Ma soprattutto,
o figlio dell’uomo,
per questi ultimi, per questi svantaggiati, ti sei messo contro la legge,
hai combattuto il potere civile e religioso.
Hai fatto di questi ultimi la profezia vivente del tuo regno che viene,
che è già in mezzo a noi quando hai detto:
“ai poveri è annunciata la buona novella”.
Per questa scelta ti sei guadagnato la morte sulla croce.
Hai rivelato ed annunziato un Dio dal volto umano,
un Dio il cui destino è lo stesso di quello dell’uomo,
il cui futuro è lo stesso futuro dei torturati, dei peccatori, dei maledetti, degli eretici, dei senza Dio.
Ora comprendiamo che tutto questo è la minaccia più radicale ai nostri compromessi,
la distruzione delle nostre sicurezze,
soprattutto l’annuncio di un nuovo potere,
di una nuova speranza.
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