PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA
Nessuna transizione, tantomeno ecologica. Le critiche delle associazioni al PNRR
Claudia Fanti 03/06/2021, 23:03
Tratto da: Adista Documenti n° 22 del 12/06/2021
DOC-3128. ROMA-ADISTA. Nessuna transizione, tantomeno ecologica. Le critiche delle associazioni al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Un mare di critiche da parte di movimenti, associazioni e gruppi ha travolto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, di cui il Consiglio dei ministri ha approvato il 28 maggio il decreto legge con le regole di attuazione. Perché, dopo aver così tanto sentito definire la transizione ecologica come una priorità per il nostro Paese, al momento di passare ai fatti è risultato evidente che, come ha per esempio denunciato Friday for future, «stiamo ancora andando nella direzione sbagliata»: «La transizione ecologica è solo una piccola parte del piano, piena di scappatoie e definizioni creative. C’è un abisso tra quello che le persone in carica dicono che fanno e le azioni che realmente attuano. E c’è un divario tra quello che viene attuato e quello che la scienza dice che è necessario per affrontare la crisi climatica. Questo abisso si sta allargando di minuto in minuto». Eppure, conclude il movimento, «Questo non è un gioco. Non possiamo giocare con i numeri o con le parole, con la natura. Non ci casca».
È per questo che, di fronte a scioglimento dei ghiacciai, siccità, desertificazione, eventi climatici estremi, estinzione di interi ecosistemi, la campagna “Giudizio Universale – Invertiamo il processo”, promossa da movimenti, associazioni e singoli cittadini, ha deciso di passare all’azione, seguendo la scia di quelle realtà della società civile che, in oltre 25 Paesi, stanno citando in giudizio Stato, istituzioni e imprese per costringerli ad attuare politiche realmente efficaci (in Olanda, nel 2015, un migliaio di persone ha fatto causa allo Stato ottenendo sentenze di condanna che impongono al governo di rivedere i suoi piani). «Abbiamo deciso di fare causa anche in Italia», si legge nell’appello (presentato il 5 giugno) della campagna (https://giudiziouniversale.eu): «Chiederemo allo Stato Italiano di attuare misure più stringenti per rispondere ai cambiamenti climatici e invertire il processo: se non ci pensiamo noi, nessuno lo farà al posto nostro».
Qui il testo della Lettera aperta inviata dalla Campagna “Giustizia Universale” al presidente del Consiglio Mario Draghi e al ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani «sull’insostenibilità delle politiche climatiche nazionali e sull’urgenza di un’azione climatica all’altezza dell’emergenza in corso»,
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