LETTERA APERTA
PER UN PATTO SOCIALE DI SOLIDARIETA’
Al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte
Al Presidente del Senato della Repubblica Maria Elisabetta Alberti Casellati
Al Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico
Siamo una piccola comunità cristiana di base, operante da oltre 50 anni nelle periferie dell’area nord di Napoli (Secondigliano, Scampia, Mianella), cercando di vivere e testimoniare un’esperienza di fede legata indissolubilmente, secondo l’insegnamento evangelico, all’impegno e alle lotte di liberazione degli uomini e delle donne da tutto ciò che ne offendono e feriscono la dignità (povertà, fame, guerre, schiavitù, discriminazioni, ignoranza, assenza o carenza dei diritti politici, sociali, civili).
Il perseverare di questa terribile pandemia, oltre a registrare tantissima sofferenza e mortalità (diretta e indiretta), sta determinando, per le inevitabili chiusure e limitazioni di attività economiche e mobilità delle persone, danni economici devastanti che sulle persone producono perdite di reddito pesanti e diffuso incremento delle aree di povertà. Con segnali allarmanti per la convivenza civile e la coesione sociale, recepiti recentemente dal nostro Presidente della Repubblica con un accorato appello all’unità del Paese e alla solidarietà.
Le sofferenze e i gravi disagi di questa fase non possono lasciarci indifferenti, secondo le stesse indicazioni ed esortazioni contenute nell’Enciclica “Fratelli tutti” di Papa Francesco quando, per esempio, si afferma: “Oggi siamo di fronte alla grande occasione di esprimere il nostro essere fratelli… Non dobbiamo aspettare tutto da coloro che ci governano… E’ possibile cominciare dal basso e, caso per caso, lottare per ciò che è più concreto e locale, fino all’ultimo angolo della patria e del mondo” (paragrafi 77 e 78).
E’ per l’insieme di queste motivazioni, civili e spirituali, che, pur partecipando prioritariamente ad iniziative di solidarietà che dal basso agiscono sul territorio per le emergenze degli strati più poveri della popolazione locale, ci permettiamo anche di rivolgerci alle realtà interessate (Governo, Parlamento, Chiesa forze sociali e sindacali) con una proposta che possa riguardare l’intero Paese, una sorta di Patto sociale di solidarietà tra tutti coloro che in questa fase mantengono integro il proprio reddito e quanti, invece, lo vedono ridotto o, addirittura, azzerato, comprendendo tra questi anche quelle fasce di popolazione povera, marginale e quelli del lavoro nero e sommerso, esclusi, ovviamente, dal reddito di cittadinanza.
Si può pensare, insomma, ad un contributo di solidarietà, una tassa di scopo, che preveda per un determinato periodo di tempo (6 mesi?) una trattenuta dai redditi (escludendo quelli bassi) modulata, per esempio, con una percentuale differenziata, come avviene ogni anno per l’adeguamento delle pensioni all’inflazione, in questo caso ovviamente in forma rovesciata: 0,90% per i redditi alti, 0,75% per i redditi medi. Si costituirebbe, così, un Fondo Nazionale che potrebbe essere gestito in parte dal Governo, in parte dagli Enti Locali, avvalendosi magari della collaborazione dell’associazionismo volontario e del Terzo Settore.
Naturalmente, questa proposta tecnica è una pura ipotesi, esemplificativa della nostra idea, ma è evidente che la sua formulazione concreta non può che spettare al Governo, sentite le forze sociali e le organizzazioni sindacali, con l’approvazione del Parlamento.
E al Governo chiediamo non solo di attivare questa o altre forme di solidarietà ma anche di promuovere, in attesa di una riforma del fisco in modo fortemente progressivo, una grande campagna contro l’evasione e l’elusione fiscale, fatta non solo di messaggi ma soprattutto di efficaci azioni di contrasto. E’ del tutto inaccettabile che in una fase così drammatica ci sia, soprattutto a livello di grandi evasori, chi continua a sottrarre risorse fondamentali allo Stato perché esso possa assolvere al meglio alle sue funzioni sociali nel campo della sanità, della scuola e formazione, della sicurezza, dell’assistenza oltre che alla promozione di forti investimenti pubblici in grado di assicurare al Paese lo sviluppo di alcune produzioni strategiche (digitalizzazione, innovazione tecnologica, ricerca scientifica), la salvaguardia e cura dell’ambiente, la protezione dei territori da terremoti e alluvioni, la vivibilità delle periferie urbane. Con ciò determinando anche tantissime nuove opportunità di lavoro in grado di combattere la disoccupazione dilagante che sta colpendo il nostro Paese. Lo scandalo etico ed economico dell’evasione fiscale che vede l’Italia primeggiare negativamente tra tutti i Paesi del mondo deve cessare e debbono finire le complicità, la tolleranza, le inefficienze colpevoli della politica e della burocrazia amministrativa.
Papa Francesco ha più volte ribadito il concetto che “nessuno si salva da solo, se non ci salviamo tutti” e, allora, bisogna essere -cittadini ed istituzioni- coerenti e conseguenti, subito per garantire a tutti i popoli del mondo l’indispensabile vaccinazione per vincere l’epidemia, Paesi ricchi e Paesi Poveri, e poi, per poter proseguire, tutti insieme, un cammino di civiltà, di progresso, di speranza, soprattutto per le generazioni più giovani e prossime, generazioni su cui stiamo caricando troppi e insopportabili pesi economici (un vertiginoso debito pubblico) ed ambientali (grave dissesto idrogeologico e rovinosi cambiamenti climatici).
Comunità cristiana di base del Cassano (Na)
Per la Comunità:
Cristofaro Palomba
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