NOI SIAMO CHIESA A CINQUE ANNI DALLA “LAUDATO SI”
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Ha cinque anni il più importante testo di papa Francesco, la Laudato Si’. È un’enciclica che indica il percorso ecclesiale e sociale per il futuro a credenti e non credenti
Da tempo la riflessione e le iniziative sulla salvaguardia del creato e sulla sua connessione con la pace e con la giustizia hanno percorso il mondo cristiano, dal Consiglio Ecumenico delle Chiese alla Charta Oecumenica del 2001 fino alle Giornate specifiche, come quella nel nostro Paese del primo settembre. La consapevolezza di questa tematica non è però mai diventata, nel tempo, patrimonio comune del sentire comunitario nella Chiesa in modo che essa fosse insegnata nei seminari, nella preparazione ai sacramenti, nella riflessione sulla Parola di Dio. Bisogna anche prendere atto che nulla di specifico è stato scritto nei documenti conciliari e così pure nel Catechismo del 1992.
Di conseguenza la Laudato Si’, che ha raccolto analisi e proposte del migliore circuito dell’ambientalismo nel mondo, a partire da quello di ispirazione cristiana di Leonardo Boff e di altri, si è presentata come una sostanziale novità alla generalità del mondo cattolico. Mai si era ragionato così in testi ufficiali dotati dell’autorità del magistero pontificio. Gli assi dell’enciclica sono proposti a tutti, credenti e non credenti, e arricchiscono la riflessione su dove va l’umanità di punti di vista dotati di grande autorevolezza per la loro aderenza alle situazioni e per le loro proposte. L’ecologia integrale, i beni comuni dell’umanità, la concezione di “limite” allo sviluppo, l’economia circolare, le offese alla biodiversità, gli stili di vita, la situazione degli “scarti”, il legame perverso con lo spreco e con la corsa al riarmo, i costi della devastazione dell’ambiente riversati tutti sui popoli e sugli individui più deboli: ecco i principali punti del messaggio. Voglio anche ricordare un passo poco considerato della lunga enciclica, il cap. II su “Il Vangelo della creazione” dove si trovano parole molto ispirate su quanto la Bibbia dice o fa intravedere. Un tale punto apre anche alle responsabilità morali del credente. Il peccato “contro l’ambiente” deve aggiungersi e forse sovrastare i tradizionali “peccati” dell’insegnamento catechistico.
Negli anni successivi all’enciclica sono stati tanti i fatti che hanno avuto una connessione diretta o indiretta con essa. A Parigi è stato firmato un debole Patto internazionale per intervenire sul clima, il Sinodo sull’Amazzonia è quasi “nato” dalla Laudato Si’, ad Abu Dhabi è stato firmato nel febbraio dell’anno scorso da Papa Francesco e dal Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb un testo sulla “Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune” che indica l’impegno comune di cristiani e musulmani, ma rivolto a tutti, per affrontare i problemi del mondo. Soprattutto si è molto diffusa la sensibilità per le offese al creato, i giovani sono diventati nuovi protagonisti per un cambiamento urgente. Infine la pandemia in corso viene considerata dalla maggior parte degli scienziati conseguenza, anche e soprattutto, della devastazione della natura e di una globalizzazione incontrollata. Le autorità internazionali che fanno capo all’ONU e che sono preposte a intervenire sull’ambiente, sulla sanità e su tutti i fenomeni di degrado e di marginalizzazione nel mondo sono del tutto insufficienti per carenza di autorità e di risorse. È necessario un nuovo “costituzionalismo mondiale”, questa è la proposta sorta in febbraio su iniziativa di Raniero La Valle e di Luigi Ferraioli col nome di “Costituente Terra”. Essa si ispira alla Laudato Si’ ed inizierà la propria attività appena terminata la pandemia.
L’enciclica, con gli avvenimenti successivi e in corso, si presenta a oggi come il documento più importante del pontificato, sia per il mondo cattolico e cristiano, sia per tutti gli uomini di buona volontà. In Vaticano papa Francesco ha voluto dare gambe alle parole dell’enciclica ed ha istituito il dicastero “Per lo sviluppo umano integrale”, guidato dal ghanese Card. Peter Turkson e dal canadese Card. Michael Czerny. Essi hanno organizzato una “Settimana a cinque anni dalla firma della Laudato Si’” e un successivo anno di mobilitazione del mondo cattolico sulle tematiche dell’enciclica che, a quanto mi risulta, si stanno diffondendo con una forte partecipazione di giovani ma forse scoordinate tra di loro. Questo dicastero è quello che è più legato alla diretta iniziativa di papa Francesco.
In Italia l’iniziativa più importante è nata a Milano dove l’“Associazione Laudato Si’” è stata promossa da Mario Agostinelli, don Virginio Colmegna e Daniela Padoan con la collaborazione di tanti tra i migliori specialisti di tematiche ambientali, dello sviluppo e tra esponenti dell’associazionismo. I successivi seminari hanno portato a una elaborazione collettiva contenuta nel libro “Niente di questo mondo ci risulta indifferente” (è una frase dell’enciclica) che è in vendita online e in libreria da oggi 24 maggio (Interno4edizioni). Esso contiene un documento programmatico che prova a fare proposte concrete sui principi dell’ecologia integrale. Il punto di convergenza è stato individuato nella necessità di riconoscere l’interconnessione tra degrado ambientale, sociale, economico e culturale messa in luce dall’attuale crisi climatica, e di unire punti di vista, appartenenze e specialismi per giungere a un’analisi delle sue cause e articolare una risposta territoriale e globale.
La Laudato Si’ è estranea a questioni tipicamente ecclesiastiche, alza il suo sguardo sul mondo, propone un’alleanza con tutte le religioni, constata il legame tra crisi climatica e degrado sociale, mette in discussione la struttura degli attuali rapporti di potere negli stati e nelle società ma anche vuole “mostrare fin dall’inizio come le convinzioni di fede offrano ai cristiani, e in parte anche ad altri credenti, motivazioni alte per prendersi cura della natura e dei fratelli e sorelle più fragili” (n. 64).
Roma, 24 maggio 2020 Vittorio Bellavite, coordinatore nazionale NOI SIAMO CHIESA
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