Sbilanciamoci!: la pandemia costringe a ripensare il modello di sviluppo
Giampaolo Petrucci da Adista 12/03/2020
La Campagna Sbilanciamoci! – che dal 1999 riunisce intorno al tema dell’economia alternativa e sostenibile una cinquantina di organismi della società civile, laica e di ispirazione religiosa, come Altreconomia, Arci, Associazione Obiettori Nonviolenti, Associazione per la Pace, Beati i Costruttori di Pace, Cnca, Comunità di Capodarco, Emmaus Italia, Fondazione Finanza Etica, Legambiente, Mani Tese, Nigrizia, Pax Christi, Un ponte per… e Wwf Italia – ha diffuso ieri il documento “Coronavirus. Sei cose da fare per l’economia italiana”.
Le conseguenze dell’epidemia sul sistema sociale, economico e produttivo del Paese potrebbero essere disastrose, avverte il documento, con ricadute su Pil, consumi, occupazione, welfare. «Vi sono problemi serissimi sia sul fronte dell’offerta sia su quello della domanda», con tutto ciò che questo comporta, e la situazione potrebbe protrarsi e aggravarsi nel tempo anche per il coinvolgimento tardivo di altri Paesi nell’epidemia.
A tale proposito, Sbilanciamoci! lancia l’allarme anche sul possibile rischio di «una disintegrazione delle sedi di governance globale a favore di una deregulation sovranista delle politiche nazionali. In quel caso la riduzione del Pil potrebbe anche arrivare fino al 5%».
Manifattura, ristorazione e turismo, trasporti e logistica: la situazione italiana, già precaria negli ultimi anni, è particolarmente seria, e le misure messe in campo dal governo in questo momento di emergenza, per quanto necessarie, si sono rivelate «ancora insufficienti».
La campagna suggerisce da tempo «interventi nel settore della sanità pubblica», che prevedano l’assunzione (già annunciata dal Governo) di 20mila infermieri e medici; «la riapertura di strutture sanitarie (piccoli ospedali, presidi, eccetera) chiuse in questi anni in base a un’inopinata politica di tagli alla sanità». Rileva inoltre Sbilanciamoci! che questa emergenza impone ai governi del futuro uno stop dei continui tagli alla sanità e un rilancio del SSN. Come dimostra questa epidemia, «non si tratta di un costo, ma di un investimento per il nostro futuro».
Sbilanciamoci! suggerisce poi «il rafforzamento di tutti gli interventi volti alla costituzione di un fondo di politica industriale finalizzato a evitare la chiusura delle imprese e a rilanciare le attività produttive in base alle nuove esigenze». Accanto a questo fondo si rende necessaria anche l’istituzione di una “cassa sociale straordinaria”, per garantire a tutti i lavoratori dipendenti una cassa integrazione e ai lavoratori precari o a tempo determinato una forma di indennità. «Nessuno deve perdere il lavoro per questa emergenza», ammonisce la Campagna, «nessuno deve subire riduzioni di reddito». Allo stesso modo, poi, bisogna tutelare anche chi il lavoro proprio non ce l’ha o gli è insufficiente per vivere: per le fasce più disagiate della popolazione occorre, si legge nel documento, potenziare gli strumenti di di sostegno come il reddito di cittadinanza.
Il terzo punto della breve lista riguarda gli interventi straordinari e immediati: centinaia di piccoli cantieri, caldeggia Sbilanciamoci!, per la riapertura e il rilancio di ospedali e presidi sanitari in crisi, per la messa in sicurezza (anche sanitaria) di scuole e di edifici pubblici, «darebbero lavoro a migliaia di lavoratori e possibilità di ripresa per le imprese».
Sbilanciamoci! Invita anche ad assumere circa 10mila operatori socio-sanitari nell’assistenza di persone non autosufficienti come anziani e persone con disabilità, particolarmente vulnerabili, soprattutto in questa crisi. Chiede 2 miliardi di euro per il finanziamento alla ricerca scientifica, «un investimento determinante in un comparto sotto-finanziato».
In ultima battuta, la Campagna ribadisce il ruolo centrale dell’Europa e della Banca Centrale, per il superamento dei vincoli di bilancio in questa fase di emergenza, per l’emissione di moneta, per il rilancio degli investimenti e del Green New Deal e per il sostegno dei servizi sanitari pubblici. «È necessario – conclude il documento – in questo contesto rivedere, rafforzandolo politicamente ed economicamente, il processo di integrazione dell’Unione Europea: fin qui le politiche restrittive e di austerità non hanno funzionato. Bisogna darsi politiche economiche e fiscali comuni con caratteristiche espansive che privilegino il lavoro, il welfare, l’economia della conoscenza, la sostenibilità ambientale e sociale».
In definitiva, conclude Sbilanciamoci!, questa epidemia ci mette davanti ad una grande responsabilità: «Dobbiamo affrontare e uscire da questa crisi cogliendo l’occasione per ripensare il nostro modello di sviluppo, rendendolo sostenibile ed equo, regolando la finanza, rafforzando il ruolo dello Stato e delle politiche pubbliche, investendo nell’economia verde, facendo del welfare e della sanità pubblica gli architravi del nostro modello sociale».
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