Un caso di pessima informazione da parte dei giornali
ASSOCIAZIONE MARCO MASCAGNA
“Meno reati, ma sempre più stranieri a commetterli” (Corriere della Sera), “Criminalità: reati in calo, uno su tre commesso da cittadini stranieri” (Repubblica), “I dati non mentono, straniero un reato su tre” (Il Giornale), “Stranieri e criminalità: il problema esiste, lo dice il capo della polizia” (Panorama).
Quasi tutti i giornali hanno titolato o scritto così negli articoli che hanno ripreso le dichiarazioni del capo della polizia Gabrielli al Festival delle Città tenuto a Roma ai primi di ottobre.
Gli articoli si somigliano molto e somigliano a quello dell’ANSA titolato “Gli stranieri coinvolti in un reato su tre”. Ma il capo della polizia ha veramente dichiarato quanto riportato dai giornali e televisioni? No.
Testualmente ha detto: “Nel 2016 su 893mila persone denunciate e arrestate, il 29,2% erano stranieri; nel 2017 gli stranieri sono aumentati al 29,8%; nel 2018 sono arrivati al 32%”. Quindi tra le persone “denunciate e arrestate” la percentuale di stranieri è in aumento, e, attualmente, un denunciato o arrestato su 3 è straniero. Gabrielli, quindi, non ha detto che un reato su tre è commesso da stranieri. Ha solo spiegato che un denunciato/arrestato su tre è straniero. Sono due cose molto diverse e un giornalista, che dovrebbe conoscere bene la lingua italiana, dovrebbe saperlo e informare correttamente i suoi lettori/ascoltatori.
Se avete subito un furto o uno scippo o una rapina e avete sporto denuncia, quasi certamente l’avete sporta contro ignoti, perché è molto improbabile che sappiate i nomi di chi vi ha rubato, scippato o rapinato. Infatti in Italia il 95% delle denunce riguardanti i furti sono contro ignoti, il 97% delle denunce riguardanti i borseggi, il 93% di quelle sugli scippi e oltre il 97% dei furti di auto e ciclomotori sono contro ignoti [1]. Non solo, alcuni reati sono molto poco denunciati. Per esempio solo l’8% delle donne stuprate denuncia di aver subito una tale violenza [2].
Quindi su 100 persone che commettono reati come rapine, furti, scippi, stupri sono denunciate o arrestate circa il 3-8% (a seconda dei reati). Quindi del 92-97% di questi reati non sappiamo chi lo ha commesso e se è italiano o straniero.
Se questo 92-97% fosse commesso tutto da italiani e un terzo di quel 3-8% dagli stranieri, solo da 1 a 3 reati su 100 sarebbe commessi da stranieri. Certo è difficile che i reati non denunciati o con denunce contro ignoti siano commessi tutti da italiani, ma in alcuni casi ci si avvicina molto.
Per esempio, intervistando un campione di donne italiane, si viene a sapere che la maggioranza degli stupri è commessa dal partner (il 64%), poi da parenti (15%), da amici (10%), da datori di lavoro, colleghi, amici dei genitori [3]. Poiché è difficile che una donna italiana abbia partner, parenti, amici, datori di lavoro, colleghi e amici dei genitori stranieri, possiamo dire che la stragrande maggioranza degli stupri è commessa da italiani, e che meno del 10% è commesso da stranieri. Eppure circa il 40% dei denunciati e arrestati per stupro è straniero [3].
Pensare che quello che avviene nel 3-8% dei casi accade nel 100% dei casi è un grave errore. Soprattutto quando questo 3-8% non è un campione significativo. Infatti per essere significativo un campione deve essere preso con un metodo casuale (per esempio traendo a sorte un certo numero di casi) e i dati di Gabrielli non provengono da un campione siffatto. Inoltre non vi devono essere bias, cioè distorsioni. Nel nostro caso la probabilità di partenza di commettere un reato deve essere uguale negli stranieri e negli italiani, ma in Italia oggi non è così. Ecco alcuni esempi.
Se un italiano non ha con sé un documento di identità, questo non è un reato, ma per uno straniero sì.
Se a uno straniero è scaduto il permesso di soggiorno e rimane sul suolo italiano sta commettendo un reato, mentre a un italiano non potrà mai capitare di commettere un tale reato. Lo stesso si può dire per gli stranieri che sono entrati senza permesso in Italia (perché in fuga da guerre, regimi dispotici o dalla fame) finché non sono “regolarizzati” essi risultano colpevoli del reato di immigrazione clandestina, un reato che gli italiani, anche volendo, non possono compiere. Ora si stima che nel nostro Paese ci siano circa 550.000 immigrati irregolari, cioè 550.000 persone che per il semplice fatto di non avere un permesso di soggiorno sono considerate criminali dalla legge italiana. Di quel terzo dei denunciati o arrestati, quanti lo sono perché semplicemente immigrati irregolari, cioè persone che non hanno rubato un centesimo né torto un capello a qualcuno, ma che si trovano ad avere commesso un reato perché così ha deciso una legge del 2009 (legge 94) che ha introdotto un reato, che prima non esisteva e nel quale un italiano non può incorrere e che, anche per questo, molti giuristi ritengono anticostituzionale.
Se si fa una legge che dice che l’avere i capelli neri è un reato, poi sicuramente risulterà che chi ha i capelli neri commette più reati di chi li ha biondi. Ma perché è più delinquente? No, perché così ha deciso chi ha varato quella legge (la legge che introduce il reato di “clandestinità” l’hanno voluto Lega, Forza Italia e Alleanza Nazionale e i governi che dal 2009 a oggi si sono succeduti non l’hanno abrogata).
Ogni volta che leggiamo che una perquisizione in un campo o una fabbrica ha trovato x soggetti extracomunitari non in regola, significa che quelle x persone sono state denunciate o arrestate per il reato di immigrazione clandestina e che sono andati a ingrossare le fila degli “stranieri denunciati o arrestati” e degli “stranieri che commettono un reato”, anche se il reato, quello vero, quello che danneggia i produttori e gli imprenditori onesti nonché tutti noi è stato in realtà commesso da chi sfruttava questi poveri cristi, pagandoli quattro lire proprio perché “irregolari” e quindi senza diritti e senza possibilità di ribellarsi.
Quanto detto già spiega perché vi sono tanti stranieri tra i denunciati e arrestati. Ma c’è dell’altro.
Numerosi studi hanno dimostrato che gran parte delle persone, dei poliziotti e in misura minore dei pubblici ministeri e dei giudici ha pregiudizi negativi più o meno forti nei confronti degli stranieri, tra cui quello che più facilmente delinquono. La probabilità di essere fermato dalla polizia per un controllo è di 10 volte maggiore se si è stranieri [4]. Ovviamente poiché gli italiani sono meno “controllati” degli stranieri è più raro scoprire i nostri concittadini non in regola, mentre tra gli stranieri sarà estremamente frequente.
Purtroppo i pregiudizi degli agenti di polizia fanno anche peggio. Nei loro rapporti spesso si leggono frasi come queste [4]: “E’ stato tratto in arresto perché non svolge attività lavorativa, per cui si presume che tragga sostentamento da attività illecite”, “In considerazione della negativa personalità dell’indagato (trattasi di persona senza fissa dimora e senza regolare fonte di reddito) è stato trattenuto … ”. Ora l’arresto o la denuncia dovrebbero avvenire non in base a presunzioni tutte da dimostrare, ma a qualche prova degna di questo nome. Invece finisce che se sei straniero, senza dimora, senza lavoro, povero, vestito di stracci ecc. e soprattutto se hai più di una di queste condizioni allora per ciò stesso sei un soggetto pericoloso, hai una personalità negativa e quasi certamente sei un delinquente, per cui meriti di essere denunciato e arrestato. Per fortuna molti di questi arrestati e denunciati sulla base di pregiudizi e supposizioni degli agenti di polizia poi sono assolti e scarcerati da parte dei giudici che vogliono qualche prova per emettere una condanna, ma nel frattempo hanno anche loro ingrossato le file degli stranieri denunciati o arrestati.
Da quanto detto appare chiaro che:
– non è vero che un terzo dei reati è commesso da stranieri;
– alcuni reati (che fino a 10 anni fa non erano tali perché considerati solo degli illeciti amministrativi) possono essere commessi solo da stranieri, per cui si è deciso per legge che 550.000 persone sono criminali pur non avendo fatto niente di male;
– uno straniero, per il semplice fatto di essere tale, ha molta più probabilità di essere controllato, denunciato, arrestato e, probabilmente, condannato, rispetto a un italiano e ciò anche se non ha fatto nulla di male:
– i dati citati da Gabrielli non dimostrano la maggiore delinquenzialità degli stranieri ma la discriminazione e i pregiudizi di cui sono vittime;
– i numerosi giornali che hanno scritto “in Italia un reato su 3 è commesso da uno straniero” hanno scritto il falso e hanno riportato in maniera del tutto errata le dichiarazioni del capo della Polizia (le uniche eccezioni che conosciamo sono Fanpage, Africa Rivista e Cronache di Ordinario Razzismo, che hanno spiegato come stanno realmente i fatti e Avvenire e Il Manifesto, che hanno riportato solo la notizia dei reati in calo).
Negli ultimi 20 anni la criminalità è nettamente diminuita (le rapine in banca si sono più che dimezzate, i furti d’auto sono diminuiti di circa il 25%, gli stupri del 30% [5]) eppure gli italiani si sentono più insicuri e l’80% ritiene che ci sia più criminalità [6]. Questo netto calo della criminalità è avvenuto mentre il numero di stranieri presenti sul nostro territorio andava aumentando sempre più, eppure la stragrande maggioranza degli italiani è convinta che essi sono un problema per l’ordine pubblico e la causa principale dell’infondato aumento della criminalità.
Perché accade questa cattiva percezione della realtà? Perché siamo influenzati dagli organi di informazione e da quello che dicono le persone che conosciamo [7]. Se quasi tutti i giornali e le televisioni ci raccontano che un reato su 3 è commesso dagli stranieri, le persone ci credono e ne parlano con altri e si diffonde e rafforza la paura verso gli stranieri. Se nei TG nazionali fra le prime 3 notizie c’è quasi sempre una di cronaca nera, molto spesso la seconda [6], la gente si convince che la criminalità è diffusissima. Se il 92% di tutti i servizi di Studio Aperto ha come tema la criminalità e soprattutto quella commessa da stranieri, se il 67% dei servizi TG5 fa lo stesso [6] è inevitabile che la gente vede delinquenti dappertutto e ha paura degli stranieri.
Che fare? Dobbiamo avere più spirito critico, non prendere per oro colato tutto quello che ci raccontano, non diffondere notizie prima di essere sicuri che siano vere (verificando su un sito antibufala quelle più eclatanti e strane). Bisogna poi diffidare di quei giornali e giornalisti che più volte hanno riportato notizie non vere o distorte e informarsi non solo attraverso i canali televisivi e i giornali più diffusi ma, almeno ogni tanto, anche attraverso organi di informazione piccoli ma autorevoli (ad esempio www.cronachediordinariorazzismo.org e www.asgi.it per le questioni relative agli stranieri oppure www.sbilanciamoci.info per le questioni economiche).
Ovviamente è fondamentale diffondere le notizie della Marco Mascagna, come questa che oggi ti abbiamo inviato.
Note: 1) http://dati.istat.it/Index.aspx?DataSetCode=DCCV_DELITTIPS; 2) ISTAT 2017 www.istat.it/it/archivio/203838; 3) https://www.istat.it/it/violenza-sulle-donne/il-fenomeno/violenza-dentro-e-fuori-la-famiglia/numero-delle-vittime-e-forme-di-violenza; 4) Padovan D: Meccanismi di valutazione della moralità e dell’identità sociale degli attori soggetti a provvedimenti restrittivi, in MosconiG, Padovan D: La fabbrica dei delinquenti, Torino, 2005; 5) I dati sono tratti dai Rapporti sulla Criminalità del Ministero degli Interni; 6) www.fondazioneunipolis.org; 7) Coluccia A, Ferretti F, Lorenzi L, Buracch T: Media e percezione della sicurezza: analisi e riflessioni, Criminologia 2/2008.
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