Chiesa senza frontiere che solleva chi soffre e non condanna
Papa Francesco, nella prima udienza generale dopo la pausa di luglio, ha ripreso la serie di catechesi sugli Atti degli apostoli, commentando il miracolo di Pietro della guarigione di uno storpio, nel nome di Cristo. La nostra mano che aiuta gli altri ad alzarsi “è la mano di Gesù”
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
In Pietro che prende per mano il paralitico, lo solleva e così lo guarisce, “appare il volto di una Chiesa senza frontiere che si sente madre di tutti, che sa prendere per mano e accompagnare per sollevare, non per condannare”. La nostra mano che aiuta gli altri ad alzarsi “è la mano di Gesù”. Papa Francesco riprende così, commentando il miracolo di Pietro compiuto nel nome di Gesù, l……
Gli apostoli hanno stabilito una relazione, perché questo è il modo in cui Dio ama manifestarsi, nella relazione, sempre nel dialogo, sempre nelle apparizioni, sempre con l’ispirazione del cuore: sono relazioni di Dio con noi; attraverso un incontro reale tra le persone che può accadere solo nell’amore.
Il mendicante, spiega ancora il Papa, incontrando gli apostoli, “non trova denaro ma trova il Nome che salva l’uomo: Gesù Cristo il Nazareno. Pietro invoca il nome di Gesù, ordina al paralitico di mettersi in piedi”, lo prende per mano e lo solleva. In questo gesto, ricorda Francesco “san Giovanni Crisostomo vede ‘un’immagine della risurrezione’”. “Qui – prosegue il Pontefice – appare il ritratto della Chiesa, che vede chi è in difficoltà, non chiude gli occhi, sa guardare l’umanità in faccia per creare relazioni significative, ponti di amicizia e di solidarietà al posto di barriere
Appare il volto di “una Chiesa senza frontiere che si sente madre di tutti”, che sa prendere per mano e accompagnare per sollevare – non per condannare. Gesù sempre – sempre! – tende la mano, sempre cerca di sollevare, di fare che la gente guarisca, che sia felice, che incontri Dio.
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