Il rispetto è tutto
Leonardo Boff*
Una delle ferite che il mondo soffre di più, anche tra di noi, è sicuramente la mancanza di rispetto. Il rispetto richiede, in primo luogo, di riconoscere l’altro come diverso da noi. Rispettarlo significa dire che ha il diritto di esistere e di essere accettato così com’è. Questo atteggiamento non può coesistere con l’intolleranza espressa dal rifiuto dell’altro e del suo modo di essere.
Quindi, un omo-affettivo o qualcuno di qualsiasi altra condizione del mondo LGBT non dovrebbe essere discriminato, ma rispettato, in primo luogo in quanto persona umana, portatrice di qualcosa di sacro e intoccabile: una dignità intrinseca a ogni essere con intelligenza, sentimento e amore; e poi, si dovrebbe garantirgli il diritto di essere quello che è e di vivere la sua condizione sessuale, razziale o religiosa.
Giustamente hanno detto i vescovi di tutto il mondo, riuniti a Roma nel Concilio Vaticano II (1962-1965), in uno dei suoi più bei documenti, “Gaudium et Spes”: “Tutti dovrebbero rispettare il prossimo come ‘un altro me’, senza eccezione alcuna” (n. 27).
In secondo luogo, il riconoscimento dell’altro implica vedere in lui un valore in sé, perché nell’esistere lo fa come essere unico e irripetibile nell’universo ed esprime qualcosa dell’Essere, di quella Fonte di energia e di illimitate virtù da cui tutti noi veniamo (l’Energia di Fondo dell’Universo, la migliore metafora di ciò che significa Dio). Ognuno porta in sé un po’ del mistero del mondo, di cui fa parte. Ecco perché, tra me e l’altro, si stabilisce un limite che non può essere trasgredito: la sacralità di ogni essere umano e, in definitiva, di ogni essere, perché tutto ciò che esiste e vive merita di esistere e vivere.
Il buddismo, che non si presenta come una fede ma come una saggezza, insegna a rispettare ogni essere, specialmente quello che soffre (compassione). La saggezza quotidiana del Feng Shui integra e rispetta tutti gli elementi, i venti, le acque, i suoli, i diversi spazi. Allo stesso modo, l’induismo predica il rispetto come non violenza attiva (ahimsa), che ha trovato in Gandhi il suo archetipo di riferimento.
Il cristianesimo conosce la figura di San Francesco d’Assisi che rispettava tutti gli esseri: la lumaca della strada, l’ape persa in inverno in cerca di cibo, le piante selvatiche che papa Francesco nella sua enciclica “sulla cura della Casa Comune “, citando San Francesco, comanda di rispettare perché, a modo loro, lodano anche Dio (n.12).
I vescovi, nel documento conciliare sopra citato, ampliano lo spazio del rispetto affermando: “Il rispetto dovrebbe essere esteso a coloro che, in ambito sociale, politico e religioso, pensano e agiscono in modo diverso dal nostro” (n.28). Tale richiamo è di grande attualità per la nostra situazione brasiliana, attraversata dall’intolleranza religiosa (invasione di terreiros del candomblé), dall’intolleranza politica con appellativi irrispettosi verso persone e altri attori sociali, o da un’altra lettura della realtà storica.
Abbiamo visto scene di grande mancanza di rispetto da parte degli studenti contro professori e professoresse, usando violenza fisica oltre a quella morale con epiteti che non possiamo neppure scrivere. Molti si chiedono: che madri hanno avuto questi studenti? La domanda corretta è un’altra: che padri hanno avuto ? Il padre ha la missione, a volte difficile, di insegnare rispetto, imporre limiti e trasmettere valori personali e sociali senza i quali una società cessa di essere civile. Attualmente, con l’eclisse della figura del padre, sorgono settori orfani di padre e quindi senza senso del limite e senza rispetto. La conseguenza è il facile ricorso alla violenza, persino mortale, per risolvere i disaccordi personali, come talvolta abbiamo visto.
Armare la popolazione come previsto dal Presidente attuale, oltre ad essere irresponsabile, favorisce solo la pericolosa mancanza di rispetto e l’aumento di non avere più limiti.
Infine, una delle più grandi espressioni di mancanza di rispetto è verso Madre Terra, con i suoi ecosistemi super-sfruttati, con la spaventosa deforestazione dell’Amazzonia e con l’uso eccessivo di pesticidi per uso agricolo che avvelenano suoli, acque e aria. Questa mancanza di rispetto ecologico può sorprenderci con gravi conseguenze per la vita, la biodiversità e il nostro futuro come civiltà e come specie.
*Leonardo Boff è eco-teologo, filosofo e scrittore, ha scritto “Come avere cura della Casa Comune”, Vozes 2018.
Traduzione di M. Gavito e S. Toppi.
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