Quale Dio vedranno i puri di cuore?
UNA RIFLESSIONE DI GIOVANNI LAMAGNA
“Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Matteo 5, 8)
Anche per me – che non credo nell’esistenza di Dio è bene essere puri di cuore.
Anche io, quindi, voglio, aspiro ad essere “puro di cuore”.
Ma non per vedere Dio, come promette Gesù, attraverso le parole di Matteo.
Non c’è, infatti, per me alcun Dio, che – secondo Gesù – normalmente non vediamo ma che vedremmo essendo (diventando) puri di cuore.
Soprattutto non c’è nessun Dio che starebbe oltre il mondo.
Essere puri di cuore rende possibile, secondo Gesù, la presenza di Dio nel mondo, cioè di una realtà che sta in un altro mondo e, quindi, normalmente non si vede, è nascosta.
Cosa è, invece, per me “Dio”? Quale realtà (vera) esprime sotto forma di metafora?
Per me Dio non è una realtà trascendente, diversa dall’uomo, separata dall’uomo. Ma è una realtà immanente: è nient’altro che il potenziale umano.
Non è, infatti, Dio che ha fatto l’uomo a sua immagine e somiglianza, ma è l’uomo che ha fatto dio a immagine e somiglianza di quello che lui (l’uomo) vorrebbe essere.
L’essere puri di cuori rende dunque presente, attualizza ciò che è potenziale: la vera e profonda umanità dell’uomo.
Rende presente quello che le religioni – trasferendolo e immaginandolo in un aldilà inesistente – hanno chiamato Dio. Dio è nient’altro che l’Amore, come dice Giovanni. Non c’è altro Dio.
Quando l’amore si realizza tra gli uomini, questo li rende puri di cuore ed in quel momento è Dio stesso che si rende presente tra loro ed essi possono “vederlo”.
Dio non è in un altrove. Ma è laddove si manifesta l’Amore. Ecco perché chi è puro di cuore (che è l’equivalente di chi realizza l’amore) vede Dio.
Giovanni Lamagna
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