TESTO DELL’EUCARISTIA DEL 17/11/2018
EUCARESTIA del 17/ Novembre/ 2018
La Civiltà della
TENEREZZA
“La tenerezza è rivoluzionaria” (R.Carpentieri)
COMUNITA’ del CASSANO – NAPOLI
Canto: Alleluja
Ricordando Benedetto e Gaetano
“Benedetto l’uomo che confida nel Signore
e il Signore è la sua fiducia .
Egli è come un albero piantato lungo l’acqua,
verso la corrente stende le radici;
non teme quando viene il caldo,
le sue foglie rimangono verdi;
nell’anno della siccità non intristisce,
non smette di produrre i suoi frutti (Ger 17,7-8)
…e con loro tutti quelli di cui vogliamo fare memoria ( nel silenzio del nostro cuore…oppure nominandoli se qualcuno ne sente l’esigenza …prendiamoci il tempo necessario….)
Canto: Alleluja
Il dono delle lacrime (Papa Francesco)
Quante lacrime vengono versate ad ogni istante nel mondo; una diversa dall’altra; e insieme formano un oceano di desolazione che invoca pietà, compassione, consolazione. Le più amare sono quelle provocate dalla malvagità umana: le lacrime di chi si è visto strappare violentemente una persona cara: lacrime di nonni, di mamme e papà. di bambini. (…)
Papa Francesco più volte ha parlato della “saggezza delle lacrime” e invoca il “dono delle lacrime”; il linguaggio delle lacrime è presente nelle preghiere dei salmi. Le lacrime parlano, gridano davanti al volto del Signore. E il Signore raccoglie le lacrime. “La preghiera è fatta in silenzio, il grido ad alta voce, ma le lacrime sorpassano tutto”, dice un testo della tradizione ebraica.
Le lacrime cadono a terra, ma la loro efficacia sale al cielo, cadono verso l’alto. Le lacrime sono la terra che irrora il cielo. (…)
Nel suo viaggio a Lampedusa, papa Francesco ha ricordato due uomini che nella Bibbia non hanno mai pianto, Caino ed Erode. Hanno fatto piangere ma non piangono, sono insensibili, hanno il cuore indurito, chiuso, atrofizzato. Questa è la patologia della fede. E Gesù rivolge questa accusa non ai peccatori, ma ai farisei, agli uomini religiosi, che celebrano la sacra liturgia, che sanno tutto della sacra scrittura ma hanno un cuore incapace di amare. Papa Francesco ripete spesso che il vero peccato è sentirci perfetti, insensibili, induriti nel cuore.
Mentre Dio sa piangere, versa lacrime, si commuove, l’uomo sembra aver dimenticato questo linguaggio. (…) Di fronte a questo paradosso Papa Francesco invoca “il dono delle lacrime”, che non è un piagnisteo, non è la TV del dolore. Impariamo dunque a piangere .(…)
(Tutti) “Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature” (Sal.145,9)
Canto: Disse il Cristo
- Disse un giorno il Cristo a noi fratelli:
“Ecco vi darò la verità:
Io sarò con voi per tutto il tempo,
tutti i giorni fino a che verrà l’eternità”.
- Noi non rimarremo mai più soli,
nascerà per noi nel vostro cuor,
nella solitudine una voce,
quella voce del Signor che ci rinfrancherà.
- Se non avrai forza di lottare,
se il sole non ti scalderà,
troverà calore la tua vita
nell’amore che riceverai in comunità.
Tenerezza per un mondo nuovo (Isabella Guanzini)
La tenerezza non è una debolezza sentimentale: più che una passione, è un affetto penetrante che illumina il mondo, una forza vitale che orienta la resistenza umana nei confronti dell’ottuso e risveglia la passione del vivere intelligente. Insieme
Canto: Come un soffio leggero
Come soffio leggero la Parola si dona
Come vasi d’argilla il Suo amore ci forma.
La Parola che udiamo è un segreto prezioso
E’ spiraglio di un giorno che sarà luminoso.
1° LETTURA
“E’ inutile dirvi che avrei voluto essere presente in mezzo a voi non solo per i saluti formali ma per qualcosa di più, per parlare senza necessità e obblighi di dover scrivere, per avvertire quella sensazione di spontaneità, per sentire l’emozione che le parole producono dall’anima, infine per ringraziarvi uno a uno, a tutti, per un abbraccio collettivo forte, con tutto l’affetto di cui gli esseri umani sono capaci.
A voi tutti che siete un popolo in viaggio verso un sogno di umanità, verso un immaginario luogo di giustizia, mettendo da parte ognuno i propri impegni quotidiani e sfidare anche l’inclemenza del tempo. Vi dico grazie .
Il cielo attraversato da tante nuvole scure, gli stessi colori, la stessa onda nera che attraversa i cieli d’Europa, che non fanno più intravedere gli orizzonti indescrivibili di vette e di abissi, di terre, di dolori e di croci, di crudeltà di nuove barbarie fasciste.
Qui, in quell’orizzonte, i popoli ci sono, E con le sofferenze, lotte e conquiste. Tra le piccole grandi cose del quotidiano, i fatti si intersecano con gli avvenimenti politici, i cruciali problemi di sempre alle rinnovate minacce di espulsione, agli attentati, alla morte e alla repressione.
Oggi, in questo luogo di frontiera, in questo piccolo paese del Sud italiano, terra di sofferenza e resistenza, vivremo un giorno che sarà destinato a passare alla storia.
La storia siamo noi. Con le nostre scelte, le nostre convinzioni, i nostri errori, i nostri ideali, le nostre speranze di giustizia che nessuno potrà mai sopprimere.
Verrà un giorno in cui ci sarà più rispetto dei diritti umani, più pace che guerre, più uguaglianza, più libertà che barbarie. Dove non ci saranno più persone che viaggiano in business class ed altre ammassate come merci umane provenienti da porti coloniali con le mani aggrappate alle onde nei mari dell’odio.
Sulla mia situazione personale e sulle mie vicende giudiziarie non ho tanto da aggiungere rispetto a ciò che è stato ampiamente raccontato. Non ho rancori né rivendicazioni contro nessuno. Vorrei però dire a tutto il mondo che non ho niente di cui vergognarmi, niente da nascondere. Rifarei sempre le stesse cose, che hanno dato un senso alla mia vita. Non dimenticherò questo travolgente fiume di solidarietà.
Vi porterò per tanto tempo nel cuore. Non dobbiamo tirarci indietro, se siamo uniti e restiamo umani, potremo accarezzare il sogno dell’utopia sociale.
Vi auguro di avere il coraggio di restare soli e l’ardimento di restare insieme, sotto gli stessi ideali.
Di poter essere disubbidienti ogni qualvolta si ricevono ordini che umiliano la coscienza. Di meritare che ci chiamino ribelli, come quelli che si rifiutano di dimenticare nei tempi delle amnesie obbligatorie. Di essere così ostinati da continuare a credere, anche contro ogni evidenza, che vale la pena di essere uomini e donne. Di continuare a camminare nonostante le cadute, i tradimenti e le sconfitte, perché la storia continua, anche dopo di noi, e quando lei dice addio, sta dicendo un arrivederci.
Ci dobbiamo augurare di mantenere viva la certezza che è possibile essere contemporanei di tutti coloro che vivono animati dalla volontà di giustizia e di bellezza, ovunque siamo e ovunque viviamo, perché le cartine dell’anima e del tempo non hanno frontiere”. MIMMO LUCANO
Canto: Come un soffio leggero
Come soffio leggero la Parola si dona
Come vasi d’argilla il Suo amore ci forma
E’ Parola di vita che percorre il creato
È quel seme fecondo che il raccolto ha donato.
2°LETTURA
“La Terra è sempre più rivoltata da mille bulldozer e aratri meccanici, che con pale sempre più profonde, distruggono tutto l’humus faticosamente lavorato dai milioni di lombrichi silenziosi in centinaia di anni. S distruggono gli argini dei fiumi e le foreste, per fare mobili, carta, hamburger, e si distruggono i boschi per fare legna o fare spazio alle seconde case…e la terra si sfalda, si sgretola, dilava, si aprono voragini…E migliaia di specie animali e vegetali sono distrutte, e l’acqua limpida è trasformata in lurida, e così pure il mare, allo stesso tempo dispensa in cui pescare i pesci e immondizia, in cui scaricare le fogne della città. E l’aria, bene prezioso per il respiro umana, trasformata in cancerogeno nerofumo. E le auto e le fabbriche scaricano nerofumo nei polmoni di bambini in carrozzina …e macchie nere di cancro minacciosamente compaiono sui volti degli esseri umani…
La pace del creato non può nascere che emulando la tenerezza stessa di Dio attraverso gli splendori della creazione, la tenerezza di Dio che dipinge il creato, stendendo il cielo…fondando la terra…facendo scaturire le sorgenti…perché la nostra vista, il nostro gusto, l’olfatto, l’udito e il tatto siano soddisfatti, contenti, e lodino il Signore. Dobbiamo allora cominciare a fare una sorta di revisione di vita sulle coccole e le tenerezze di Dio per tutto il creato e per noi immersi in tale creato: su quanto Dio ha regalato a noi attraverso il creato, quando eravamo bambini, adolescenti e adulti sotto forma di sole, di luna , stelle, terra, acqua, aria..
Il tempo di riconciliazione con il creato è allora passaggio dalla violenza dello sfruttamento insensato verso madre Terra alla tenerezza per essa e alla sua e alla sua parca utilizzazione, perché ci sia un planetario godimento delle sue risorse da parte di ciascun membro della famiglia umana, in questa e nelle successive generazioni, perché la Terra ci è data in prestito dai nostri figli e noi siamo persone proiettate nel futuro, nei secoli dei secoli, come diciamo in tutte le nostre preghiere. “ GIULIANA MARTIRANI
Canto: Come soffio leggero
Come soffio leggero la Parola si dona
Come vasi d’argilla il Suo amore ci forma.
La Parola è spartita come il pane è spezzato
È cammino di vita, è passaggio segreto.
3° LETTURA (GV. 12, 1-11)
“ Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betania, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell’unguento. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse:<Perché quest’olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?>. Questo egli disse non perché gli importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: <Lasciatela fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avrete me.>
Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
(Diciamo tutti insieme) Abbiamo bisogno di misericordia, della consolazione che viene dal Signore. Tutti ne abbiamo bisogno; è la nostra povertà ma anche la nostra grandezza; invocare la consolazione di Dio che, con la sua tenerezza, viene ad asciugare le lacrime sul nostro volto.
(E tenendoci per mano)..PADRE NOSTRO….
(Diamoci la pace con un abbraccio, una carezza che viaggia come un’onda fino a chiudere il cerchio)
Canto: Vamos todos al banquete
Rit. Vamos todos al banquete
a la mesa de la Creaciòn.
Cada cual con su taburete
Tiene un puesto y una mision
Hoy me levanto muy temprano
ya me espera la Comunidad
voy subiendo alegre la cuesta,
voy en busca de tu amistad.
Rit.
Dios invita a todos los pobres,
a esta mesa comun por la fe,
donde no hay acaparadores
y a nadie le falta el conquè
Rit.
Dios nos manda a hacer de este mundo
una mesa donde haya igualdad,
trabajando y luchando juntos,
compartiendo la propriedad.
Rit.
PREGHIERA EUCARISTICA
Signore,
il nostro sguardo è rivolto all’esterno di questa stanza, dove purtroppo il pane non viene “spezzato”. Tanti muoiono di fame, la terra viene violentata ed inquinata, i fiumi deviati e la gente è deprivata delle risorse necessarie per vivere.
Vogliamo sentire forte l’impegno per la salvezza della madre terra perché il suo desino è il destino di tutti noi. Se essa è povera tutti noi saremo poveri e i più poveri soffriranno più di tutti.
Vogliamo sentirci Umanità. Vogliamo sentirci Universo. Vogliamo sentirci una cosa con la terra. Questo è il nostro vero corpo.
E perciò vogliamo condividere lo spezzare il pane come tu ci hai invitato a fare la sera in cui ti mettesti a tavola con i tuoi dicendo:
“Prendete e mangiate questo pane, è il segno del mio corpo donato a tutti voi e ogni volta che ripeterete questo gesto ricordatevi di questo dono.
(distribuzione del pane )
Prendete e bevete, questo il calice che stabilisce tra noi un nuovo patto di amore, un patto che ha la forza della vita.
Bevetelo attualizzando ogni giorno una nuova alleanza.
(distribuzione del vino)
MA OGGI VOGLIAMO Condividere anche la zucca che proviene dal lavoro del Circolo “la Gru”; un approccio tenero con la terra che non ci fa mancare i suoi frutti.
ELOGIO della Zucca ( da Napoli in un orto)
La zucca è l’ortaggio che più di tutti ha colpito la fantasia e l’immaginario popolare. Le zucche e le favole rappresentano un connubio frequente. Come non ricordare la zucca che la fatina trasforma nella splendida carrozza che trasporterà la “Cenerentola” di Charles Perrault al gran ballo fatale?
Le zucche, dal punto di vista alimentare, vengono apprezzate meno rispetto ad altri ortaggi, ma pensare ad una fattoria o d un modesto orto familiare senza la presenza di una zucca, magari disposta in un cantuccio periferico oppure ad interrompere, con la polimorfa presenza, la monotonia dei filari geometrici di altri ortaggi, appare un non senso. Certamente, nel passato, hanno avuto una maggiore importanza, sfruttata per millenni dai popoli precolombiani che usavano i frutti e i semi come cibo, gli involucri svuotati dalla polpa ed essiccati come contenitori leggeri ed impermeabili atti a contenere e conservare cereali, sali, ma anche liquidi come vino o latte. Questa molteplicità di usi si è mantenuta nel tempo tanto che la zucca viene definito “il maiale dei poveri”…perché come dei suini di essa non si butta niente.
Ogni mattina
quando vedo il cielo che
da nero, impenetrabile,
si trasforma in azzurro,
mi pare che
una grande coperta di tenerezza
avvolga l’umanità. (fratel Arturo Paoli)
Canto: TU sei la mia vita
- Tu sei la mia vita, altro io non ho,
Tu sei la mia strada, la mia verità,
Nella tua parola io camminerò
finchè avrò respiro,
fino a quando Tu vorrai .
Non avrò paura sai, se Tu sei con me
Io Ti prego: resta con me.
- Credo in Te, Signore, nato da Maria,
Figlio eterno e santo, uomo come noi,
Morto per amore, vivo in mezzo a noi,
una cosa sola con il Padre e tutti noi
fino a quando, io lo so, Tu ritornerai
per aprirci il regno di Dio.
- Tu sei la mia forza, altro io non ho,
Tu sei la mia pace, la mia libertà.
Niente nella vita ci separerà:
so che la tua mano forte
non mi lascerà.
So che da ogni male Tu mi libererai
e nel perdono vivrò,
- Padre della vita, noi crediamo in Te.
Figlio salvatore, noi speriamo in Te.
Spirito d’amore, vieni in mezzo a noi:
Tu da mille strade ci raduni in unità
E per mille strade, poi, dove Tu vorrai
Noi saremo figli di Dio.
E per chiudere…..
“ E SAPRO’ ACCAREZZARE I NUOVI FIORI PERCHE’ TU M’INSEGNASTI LA TENEREZZA”. Pablo Neruda
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