Gustavo Gutierrez, il teologo della liberazione è morto
Alla base del suo pensiero c’è il più profetico e dirompente brano dei Vangeli: le beatitudini, con l’affermazione della profonda dignità dei poveri, degli ultimi, dei semplici. Questo era uno dei capisaldi del pensiero di padre Gustavo Gutierrez, il padre della teologia della liberazione.
RAI NEWS 24.IT –
Èmorto a Lima, all’età di 96anni, l’intellettuale e sacerdote peruviano Gustavo Gutiérrez, considerato il padre della teologia della Liberazione. “La provincia domenicana di San Juan Bautista del Perù si rammarica di informare che il 22 ottobre 2024, il nostro caro fratello Gustavo Gutierrez Merino si è recato alla Casa del Padre”, ha annunciato l’ordine religioso sui social network. Gustavo Gutierrez, divenuto domenicano all’età di 76 anni, è stato tra i sacerdoti che denunciarono le ingiustizie e le disuguaglianze del subcontinente americano. Ha scritto il primo grande trattato sull’argomento in un libro “Teologia della liberazione: prospettive” pubblicato nel 1971 e tradotto in tutto il mondo. Gutierrez ha ricevuto un gran numero di lauree honoris causa e premi in tutto il mondo. Nel 1993 ha ricevuto la Legion d’Onore in Francia e nel 2002 è entrato all’American Academy of Arts and Sciences. La sua opera ha offerto una nuova spiritualità basata sulla solidarietà con i poveri e ha esortato la Chiesa a partecipare al cambiamento delle istituzioni sociali ed economiche per promuovere la giustizia sociale.
La biografia
Nato a Lima l’8 giugno 1928, Gutiérrez studiò nella capitale del Perù prima medicina all’Università San Marcos, poi psichiatria e filosofia presso l’Università Cattolica. La lettura degli scritti di Karl Marx lo spinse a far parte del movimento degli studenti cristiani, che protestavano contro le ingiustizie sociali e politiche del suo paese. Dopo aver studiato teologia in Cile, completò gli studi di filosofia e psicologia all’Università Cattolica di Lovanio e di teologia a Lione. Fu ordinato sacerdote nel 1959. Ritornato in patria, divenne parroco a Lima, insegnante nel Dipartimento di Teologia e Scienze sociali presso l’Università Cattolica e cappellano dell’Unione nazionale degli studenti cattolici. Sensibile alla situazione dei poveri, Gutiérrez iniziò a elaborare una teologia che potesse dare una speranza di redenzione ai popoli latino-americani oppressi dalla povertà, dall’ingiustizia, dalla disuguaglianza sociale.
A Medellín, nel 1968, durante la seconda Conferenza generale dell’episcopato latino-americano, si fece portavoce della ”scelta preferenziale dei poveri”. Nello stesso anno pubblicò le sue riflessioni nel saggio “La pastoral de la Iglesia en América Latina”, e nel 1969 un opuscolo che prelude già alla sua opera maggiore, “Hacia una teología de la liberación”. Nel 1979, pur essendo consultore di alcuni vescovi latino-americani, non partecipò alla terza Conferenza generale dell’episcopato latino-americano a Puebla. In quello stesso anno pubblicò “La forza storica dei poveri”, che sottolinea l’irruzione del povero come protagonista della storia.
Gutiérrez è stato l’unico tra i teologi liberazionisti a impostare una spiritualità della liberazione, come dimostrano le opere “Bere al proprio pozzo” (Queriniana, 1984) e “Parlare di Dio a partire dalla sofferenza dell’innocente” (Queriniana, 1986). Per il teologo domenicano la liberazione non è solo d’indole socio-economica, ma anche spirituale, e nella sua opera principale c’è un capitolo dedicato alla spiritualità della liberazione. Per lui, infatti, c’è grande armonia e reciprocità tra spiritualità e azione. Nel 1985 ricevette a Lione il dottorato in teologia, presentando le sue opere. In occasione del quinto centenario della scoperta e dell’evangelizzazione dell’America Latina, Gutiérrez ha pubblicato “Alla ricerca dei poveri di Gesù Cristo. Il pensiero di Bartolomé de Las Casas” (Queriniana, 1991), in cui traccia un profilo di Bartolomé de Las Casas, in quanto difensore, nel XVI secolo, dei diritti degli indios nei confronti dei conquistatori. Gutiérrez, che ha fondato e diretto il Centro studi dell’Istituto Bartolomé de Las Casas di Lima, vedeva nel pensiero di Las Casas l’affermazione di una teologia come opzione dei poveri e degli oppressi, quasi profezia di quella che poi è stata la sua teologia della liberazione.
Nel giorno della memoria liturgica di Giovanni Paolo II, “Papa evangelizzatore e vero pastore, abbiamo avuto anche il dolore e la gioia di aver vissuto per tanti anni con padre Gustavo Gutiérrez, che ora è passato a vivere nel Regno del Padre”, sono le parole dell’arcivescovo di Lima e primate del Perù, mons. Carlos Castillo, poco dopo la notizia della sua morte. Castillo, già allievo e collaboratore di padre Gutiérrez, ha ricordato che ”è stato un instancabile difensore dell’opzione preferenziale per i poveri, una frase che ha coniato e che è entrata a far parte del magistero della Chiesa come un modo fondamentale di vivere la nostra fede. Questo nostro amico, un sacerdote peruviano, ha accompagnato la Chiesa per tutta la sua vita, rimanendo fedele nei momenti più difficili, ricordandoci sempre che il vero pastore deve prendersi cura delle sue pecore, soprattutto dei poveri”. E, oggi, ”Papa Francesco ci mostra che questo cammino è promettente, sapendo che il Vangelo è il primo che contiene questa opzione”. Mons. Castillo sarà creato cardinale il prossimo 7 dicembre nel Concistoro indetto dal Papa.
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