Il Nobel per la pace 2024 ai superstiti di Hiroshima e Nagasaki
“Mai più le atomiche, Gaza come il Giappone 80 anni fa”
quasi 80 anni dall’attacco atomico degli americani sul Giappone, che incenerì Hiroshima e Nagasaki, lo spettro di un conflitto globale con l’impiego di armi nucleari è tornato ad aleggiare come non accadeva dalla guerra fredda.
Ai sopravvissuti di quei terribili giorni di agosto del 1945 il Comitato di Oslo ha deciso di conferire il Nobel per la pace, proprio per lanciare un monito alla comunità internazionale.
La situazione a Gaza è “come il Giappone di 80 anni fa”, ha denunciato il gruppo di attivisti, Nihon Hidankyo, che ha puntato il dito anche contro Vladimir Putin. Il Nobel per la pace di quest’anno è stato assegnato al movimento giapponese fondato nel 1956, “per i suoi sforzi nel realizzare un mondo libero da armi nucleari e per aver dimostrato attraverso le testimonianze che le armi nucleari non devono mai più essere utilizzate”, ha spiegato Jorgen Watne Frydnes, presidente del comitato norvegese che conferisce il riconoscimento.
La preoccupazione sollevata da Oslo è che il “tabù nucleare” internazionale, che si consolidò proprio dopo le bombe lanciate sul Giappone, in questi ultimi anni sia stato messo in discussione. In questo senso, il “premio di quest’anno serve a rinnovare la necessità di sostenere questo tabù”. Ed è un richiamo alla “responsabilità”, che si rivolge alle “potenze nucleari”.
Il codirettore del gruppo dei sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki, Toshiyuki Mimaki, ha accolto il premio con sorpresa ed in lacrime, ma ha mantenuto la lucidità per mettere in chiaro che si è tornati a camminare sull’orlo del precipizio: “È stato detto che grazie alle armi nucleari il mondo mantiene la pace”, ma “se la Russia le usa contro l’Ucraina, se lo stesso fa Israele contro Gaza, non finirà lì”, ha avvertito.
Due esempi scelti non a caso: Mosca dal 2022 ha ripetutamente brandito la minaccia nucleare nel tentativo di dissuadere l’Occidente dal sostenere l’Ucraina, mentre nello Stato ebraico il ministro della destra ortodossa Amihai Eliyahu, compagno di partito del falco Itamar Ben Gvir, ha evocato l’uso dell’atomica a Gaza per estirpare definitivamente Hamas, anche se la sua uscita gli è costata l’espulsione dal governo.
Poi c’è l’Iran, che ha ripreso ad arricchire l’uranio, e la Corea del Nord, che utilizza la minaccia atomica come strumento di pressione verso il Sud e gli Usa. E non vanno dimenticare le altre potenze nucleari, Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Cina, India e Pakistan, che secondo un recente rapporto dello Stockholm International Peace Research Institute stanno modernizzando i loro arsenali alla luce delle crescenti tensioni geopolitiche. Se una di questa potenze dovesse valicare il Rubicone dell’atomica, il rischio è quello di una “guerra nucleare” che “potrebbe distruggere la nostra civiltà”, è l’allarme del Comitato per il Nobel. Come cupo promemoria c’è proprio “l’inferno sulla terra” in cui precipitarono gli abitanti di Hiroshima e Nagasaki, il 6 e 9 agosto di 79 anni fa: 210.000 morti e 150.000 feriti dopo le esplosioni, senza contare le vittime delle radiazioni. Il primo e unico attacco atomico della storia sferrato dagli americani per costringere l’impero del sole ad arrendersi, durante la seconda guerra mondiale.
Setsuko Thurlow, oggi 92enne, aveva 13 anni quando fu salvata dalle rovine di Hiroshima. I sopravvissuti erano come “una processione di fantasmi”, con la carne bruciata che pendeva dalle loro ossa, aveva raccontato nel 2017 da ospite d’onore della cerimonia del Nobel per la Pace, che quell’anno era stato vinto proprio dalla Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari. Oggi, tra l’altro, questo tipo di ordigni hanno un potere distruttivo molto maggiore, in termini di vittime e anche di impatto per il clima.
“Motori di morte”, ha denunciato il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, che ha invitato i leader mondiali a essere “lungimiranti come gli hibakusha (i sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki) e a vedere le armi nucleari per quello che sono”.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA
Commenti recenti