CIRO CASTALDO E LE CDB
CIRO E LE CDB – DI ENZO MAZZI (dall’intervento al Maschio Angioino a Napoli – maggio 2003)
Chi avrebbe scommesso un soldo sulla loro resistenza trent’anni fa, nel 1972, quando nacque il coordinamento nazionale e fu affidato a un piccolo gruppo del Sud, il gruppo di Torre del Greco, animato da un prete impastato di mitezza, Ciro Castaldo, incapace d’imporsi? Chi avrebbe scommesso sulla durata di un movimento/non movimento, senza strutture, senza mezzi, senza voce, senza luogo, senza rappresentanza, senza strumenti istituzionali per mediare i conflitti, che ci sono stati e anche aspri?
L’attualità delle cdb è sconcertante. Che non sia autocelebrazione ce lo dicono testimoni non propriamente interni alle cdb…..
Non un’altra chiesa ma “chiesa altra”. Non un’altra teologia ma riappropriazione dal basso e dal profondo. Non una nuova identità forte e univoca ma “convivialità delle differenze” (Tonino Bello). Non una nuova organizzazione che si riproduce e si eternizza ma una rete che si strappa e si riannoda con la forza e la spontaneità dello Spirito, nemica del proselitismo, alleata della finitezza, amica del limite, pronta a sparire eppure durevole. Infine non nuovi leaders ma punti di riferimento, realtà umane autorevoli ma senza autorità, senza scettro e senza corona, capaci di rispettare e di valorizzare tutti piuttosto che guidare.
Se Ciro non ci fosse stato le cdb avrebbero dovuto inventarlo. Non vi pare?
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