Francesco chiede umilmente scusa ai nativi d’america
“Oggi sono qui, in questa terra che, insieme a una memoria
antica, custodisce le cicatrici di ferite ancora aperte”…..“Sono qui perché il
primo passo di questo pellegrinaggio penitenziale in mezzo a voi è quello di
rinnovarvi la richiesta di perdono e di dirvi, di tutto cuore, che sono
profondamente addolorato: chiedo perdono per i modi in cui, purtroppo, molti
cristiani hanno sostenuto la mentalità colonizzatrice delle potenze che hanno
oppresso i popoli indigeni. Sono addolorato. Chiedo perdono, in particolare,
per i modi in cui molti membri della Chiesa e delle comunità religiose hanno
cooperato, anche attraverso l’indifferenza, a quei progetti di distruzione
culturale e assimilazione forzata dei governi dell’epoca, culminati nel sistema
delle scuole residenziali”.
“Molti di voi e dei vostri rappresentanti hanno affermato che le scuse non sono
un punto di arrivo. Concordo pienamente: costituiscono solo il primo passo, il
punto di partenza. Sono anch’io consapevole che, guardando al passato, non sarà
mai abbastanza ciò che si fa per chiedere perdono e cercare di riparare il
danno causato e che, guardando al futuro, non sarà mai poco tutto ciò che si fa
per dar vita a una cultura capace di evitare che tali situazioni non solo non
si ripetano, ma non trovino spazio”
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