GINO STRADA E ROBERTO CAIRO
(gazzetta di Modena – Beppe Manni 15.9.21)
Guerrieri con barba, turbanti e casacche, armati di Kalasnikov, mitragliatrici e lanciarazzi, donne velate e con il burka. Case distrutte. E’ ciò che vediamo in Afganisthan. Promettono la pace e l’accoglienza. Lo speriamo. Questa terra martoriata come l’Iraq, la Siria, il Libano ecc, sta pagando una politica predatoria dei paesi occidentali, compreso l’Italia, che sono intervenuti, non per esportare la democrazia o difendere le donne e i bambini ma per interessi economici ben precisi. E allora emergono come luci nel buio la figura di Gino Strada e della sua associazione Emergensy. Per quasi trentanni ha costruito ospedali, curato feriti, distribuito medicine e cibo a migliaia di poveri disgraziati vittime innocenti delle guerre. Così il dottor Cairo della Croce Rossa che ha impiantato i suoi laboratori per costruire arti artificiali e ridare abilità a bambini e adulti feriti e mutilati dalle bombe (costruite anche in Sardegna e a Brescia). Mentre gli altri fuggono disordinatamente loro rimangono. Non a caso queste isole di pace non sono state cacciate dall’Afganistan, sono rispettate. Anche i ‘terribili’ Talebani hanno capito il loro servizio che va al di là dei credi religiosi e delle appartenenze politiche. Sono lì per aiutare e curare le ferite delle guerre. Gino Strada è stato chiamato un santo laico. Il papa dichiara un uomo santo quando esprime in modo eroico le proprie virtù cristiane. Ma in tal modo sono innalzati sugli altari e ne cancellano l’umanità e la possibilità di imitarli. Gli Strada e i Cairo no: sono persone normali con i loro limiti e peccati che in nome dell’amore per il samaritano ferito dai predoni si chinano su di lui e lo curano con vino e olio. Danno la vita gratuitamente per il prossimo. «Quando ero ragazzo ero sicuro che il mondo sarebbe stato migliore. È stata una grande illusione, perché ancora una volta sta vincendo la scelta della guerra, la scelta dell’eliminazione reciproca e della violenza. Passare il tempo a costruire arsenali anziché diffondere libri è deleterio, forse letale, per la nostra specie». Questo scrive nel 2020 Gino, morto pochi giorni prima della ‘vittoria’ dei Talebani. Capiamo le tue parole di delusione ma il tuo esempio ci spinge a contiuare, a servire gli altri, ad impegnarci per un mondo di pace, anche se non ne vediamo i frutti. Di uomini giusti, dei santi laici ce ne sono tanti, alcuni vengono ammazzati ma molti altri continuano il loro silenzioso impegno in ogni angolo della terra. “…finchè il Sole risplenderà su le sciagure umane”. (Sepolcri di Foscolo).
Monica Contrafatto il 4 settembre è medaglia di bronzo ai 100 mt alle parilompiadi di Tokio. Aveva subito l’amputazione della gamba nel 2012 come militare in Afganistan: “Dedico questa medaglia, afferma, a quella terra che mi ha tolto qualcosa ma mi ha dato tanto”.
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