LETTERA DI PRETI AD ALTRI PRETI
LETTERA DI PRETI AD ALTRI PRETI
Una rivoluzione cristiana nella Chiesa Carissimo quarto prete e altri che ci auguriamo leggano questa lettera, ti diciamo subito che noi siamo tre. Tre preti nella diocesi di Sulmona che abbiamo vissuto le stesse sofferenze, gli stessi rimproveri, le stesse punizioni. E siamo rimasti tre uomini, allontanati dal servizio religioso, ma impegnati nel servizio civile. Con i vari vescovi che si sono avvicendati in questa diocesi, i nostri rapporti sono stati deleteri. Trattamento da nemici. Vescovi padroni e preti schiavi che rifiutano e combattono la schiavitù. La chiesa, madre-sacrilega che uccide i figli più cari. Avevamo scelto la via più vera e difficile e ne uscivamo da reietti. Fuori dall’istituzione, ma felici e liberi di essere come gli altri, senza favori e senza i privilegi, provenienti dallo stato sociale del clero, con quel banale “don” che lo allontana dalla gente e lo rende “diverso”.
Oggi, la stragrande maggioranza dei preti, su basi di ricerche sociologiche risulta fondata sull’ignoranza e l’arroganza. Sui vescovi c’era stata una dura critica di don Milani, che li definiva “prigionieri del palazzo”, ma tutto si è dileguato nel nulla, anche se papa Francesco ha voluto recarsi sulla sua tomba. In verità un panorama deludente, se addirittura certi vescovi a causa della scarsità del clero invitano i giovani, con qualsiasi titolo di studio, a sceglierne la professione per la sicurezza sociale ed economica. D’altronde sono provvisti di sicuro stipendio mensile (con l’8 per mille dei cittadini italiani) e le retribuzioni delle tariffe per Messe, funerali e sacramenti vari. Noi tre avevamo abolite le tariffe e fummo bersagliati dagli altri preti in una riunione al palazzo vescovile.
Abbiamo scelto di essere come gli altri, guadagnandoci da vivere, fiduciosi che altri preti possano scegliere la nostra strada ed essere uomini tra gli uomini, fratelli tra fratelli. Ma anche liberi cittadini italiani incorrevamo nelle sanzioni canoniche sancite dalla Costituzione Italiana del 1948 che recepiva le norme disumane del Concordato fascista del 1929. Fortunatamente nel 1984, col nuovo concordato craxiano, venivano aboliti i provvedimenti punitivi nei confronti dei preti cacciati dall’istituzione cattolica. Il nostro impegno quotidiano è stato ed è la difesa dei valori umani e cristiani, il rispetto e l’elevazione della persona, impegnati come siamo nello sforzo educativo e formativo dei giovani. Tra noi c’è chi ha fatto l’editore pubblicando libri e riviste, chi ha operato tra ragazzi con handicap della Croce Rossa, chi ha realizzato una ricerca storica creando l’associazione “Il Sentiero della Libertà/Freedom Trail”. Abbiamo creduto a Gesù Cristo e al suo Vangelo, ma non abbiamo obbedito ai suoi traditori. Abbiamo letto, studiato, praticato la parola di Dio e ne siamo rimasti colpiti, affascinati. Abbiamo accettato le punizioni con calma e spirito di tolleranza. Abbiamo rinsaldato le nostre convinzioni, allontanandoci spesso dai dogmi ecclesiastici che sono imposizioni, mentre la Verità evangelica si afferma con libertà assoluta. Crediamo che Cristo sia venuto al mondo per offrire esempio di amore, e non per “redimerci” (verbo inesistente nel Vangelo e sconosciuto a Gesù Cristo) da un peccato originale mai esistito, come quello di Eva.
La teologia non è altro che un complesso di falsità inventate, con astuzia intelligente da grandi uomini della storia, come S. Agostino, S. Tommaso e altri, ma per rendere serva l’umanità. Cristo non ha parlato teologicamente, ma umanamente. Non ha inventato dogmi e neanche sacramenti, creati dall’organizzazione chiesa. Il suo battesimo è un gesto di solidarietà e di amore, perché la salvezza è per tutta l’umanità. Cristo rappresenta ed è esempio di salvezza per l’intera umanità, non solo o unicamente per i battezzati d’una Chiesa, anticristiana, organizzata, come la “General Motors”, la più grande amministrazione non governativa del mondo, per dirla con le parole di un famoso prete intellettuale, Ivan Illich, punito anche lui, nel testo “Le metamorfosi del clero”. Non è minimamente immaginabile che Gesù Cristo, col suo immenso amore per l’umanità, abbia voluto riservare la salvezza solo a pochi, battezzati nella Chiesa. Si tratta della più grande truffa immorale millenaria: essersi impadronita del battesimo per darloai suoi fedeli e mandarli in paradiso, mentre i non battezzati, perfino i bambini, direttamente all’inferno. Cristo invece ha voluto che la salvezza fosse per tutti gli uomini purché rispettino e realizzino il suo comandamento d’amore fraterno. Un comandamento rivolto a tutti: semplice, quotidiano,eterno: “Amatevi gli uni e gli altri”. Solo questo l’obiettivo, unico e universale. Nient’altro.Noi, giunti all’età di confine tra la vita e la morte, tentiamo di esprimere le ultime volontà: la conversione al Vangelo della Chiesa e la realizzazione della fratellanza umana, per le quali tutti e tre abbiamo lottato e sofferto nelle tre diverse comunità parrocchiali, che abbiamo amate e dove abbiamo operato (Badia di Sulmona, Campo di Fano, Pettorano sul Gizio).
(Mario, 85; Raffaele, 80; Pasquale,75)
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