Hai rifiutato le regole rigide della religione, i falsi riti, i sacrifici inutili ma hai predicato fede e spiritualità autentiche.
Preghiera eucaristica a cura di Ezio Esposito
Sediamo ancora accanto a Te Gesù di Nazareth, ascoltiamo ancora la tua voce, sentiamo la tua gioia di vivere sempre insieme con le tue amiche ed i tuoi amici che tu chiamavi fratelli perché figli di uno stesso Padre ed il tuo forte dispiacere quando osservavi che la religione del tuo tempo veniva ridotta a pratiche devozionali, offerte sacrificali e un rispetto rigoroso di leggi anche quando imponevano inutili orpelli e condannavi l’ipocrisia della casta sacerdotale, degli scribi e dei farisei.
Con i nostri occhi ancora vediamo quando prendesti un bambino lo abbracciasti e lo mostrasti ai tuoi discepoli dicendo:” Se non diventerete come questo piccolo non entrerete nel mio regno”. E poi spiegasti “non chi dice Signore, Signore entrerà nel regno ma colui che fa la volontà del Padre mio e nostro che consiste nell’amarvi l’un l’altro come io ho amo voi”.
Sei nato da madre e padre ebrei osservanti e perciò hai chiamato Dio Avinu Malkeinu cioè nostro padre e re spiegando il significato del regno del padre con tue bellissime parabole ma soprattutto dicendo che nell’ultimo giudizio il re dirà a coloro che entreranno nel regno “avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere, ero nudo e mi avete vestito, ero in carcere e mi avete visitato, ero straniero e mi avete accolto al momento,…” e la loro risposta sarà “ma come abbiamo potuto fare questo se non ti abbiamo mai conosciuto?” Il re dira’ ancora “Tutte le volte che avete fatto queste cose ai fratelli l’avete fatto a me”. E’ un regno di un padre misericordioso cui basta vedere l’amore senza riserve verso il prossimo e non ha bisogno di vedere tessere o registri di appartenenza e perciò accoglie anche chi si ritiene ateo.
Ti sei definito più volte figlio d’uomo e quando qualcuno ti ha definito “ Il Cristo figlio del Dio vivente” ti sei schernito invitandolo a non ripeterlo. Poi quando alcuni volevano rapirti per proclamarti Re a furor di popolo, ti sei nascosto per non farti prendere. Non avevano capito che il tuo regno “non era di questo mondo” e che tu non cercavi il potere dell’autorità ma il potere dell’amore fraterno.
E ti ricordiamo ancora quando hai incontrato la Samaritana una donna sicuramente adultera e considerata estranea e non gradita dai giudei perché i samaritani avevano una brutta nomea e la tenerezza dell’incontro si è mostrata di più quando la donna ti chiedeva se per adorare Dio si doveva andare al tempio di Gerusalemme o in altro luogo. Tu hai risposto con semplicità rassicurante: “E’ venuto già il tempo in cui adorerete il Padre in spirito e verità”.
Hai salvato una donna accusata di adulterio dalla lapidazione invitando i presenti ad interrogarsi sui propri errori prima di essere giudici e giustizieri del prossimo.
Ti sei offerto alla grande manifestazione di affetto di una prostituta conquistata da Te fino a cospargerti di olio balsamico profumato, baciando i piedi bagnati dalle sue lacrime e asciugandoli con i suoi lunghi capelli.
Hai toccato con immenso amore persone considerate infette come i lebbrosi aiutandoli a guarire.
Per queste cose gli ipocriti ti accusavano di frequentazioni sconvenienti. Ma tu hai indicato che della diversità non bisogna aver paura ma occorre accettarla perché è un valore fonte di conoscenza.
Eri premuroso per quelli che ti seguivano fino al tramonto dimenticandosi di mangiare ed hai provveduto a sfamarli condividendo il poco cibo con tutti.
Abbiamo davanti a noi la tua persona quando salisti su un’altura perché c’erano molte persone al tuo seguito e pronunciasti il magnifico discorso delle beatitudini.
Anche se avessimo dubbi sulla veridicità di molti miracoli raccontati dagli estensori dei vangeli ciò non intaccherebbe l’affetto che abbiamo per Te.
Non è necessario per la fede credere in un Gesù illusionista, miracoloso, superstar per essere della sua sequela.
Erode quando Pilato gli portò Gesù prigioniero si rallegrò molto perché sperava di vedere qualche suo miracolo e cominciò ad interrogarlo con insistenza ma Gesù non gli rispose nulla.
La tua forte testimonianza risultava scomoda alla religione del tuo tempo: come potevano i capi della religione tollerare uno che aveva rovesciato i mercanti dal tempio, aveva considerato il precetto del sabato non sacro e inviolabile e li aveva definiti ipocriti e sepolcri imbiancati?
E perciò ti hanno condannato a morte.
Ma tu l’avevi detto: “Non c’è amore più grande di chi dà la vita per il suo prossimo” e ci hai dato una forte testimonianza anche con la tua morte.
Hai rifiutato le regole rigide della religione, i falsi riti, i sacrifici inutili ma hai predicato fede e spiritualità autentiche.
Nella cena pasquale, la tua ultima cena, dopo la preghiera di benedizione hai distribuito il pane e il vino invitando i tuoi amici ad un gesto di comunione da ripetere sempre in tua memoria e poi, dopo aver cantato l’inno insieme con gli amici ti sei recato al monte degli ulivi dove è cominciata la tua passione.
Noi ripetiamo anche stasera questo gesto ancora pieno di mistero e poi canteremo insieme.
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