Il tiranno
«Lo spregiatore tirannico degli uomini considera la popolarità come il segno del suo grandissimo amore per gli uomini e nasconde la sua diffidenza segreta e profonda verso tutti gli uomini dietro parole di vera comunione di cui si appropria come un ladro. Mentre davanti alla folla si professa come uno di loro, contemporaneamente si gloria con vanità ripugnante e disprezza il diritto di ogni singolo. Egli considera gli uomini stupidi ed essi diventano stupidi, li considera deboli ed essi diventano deboli, li considera delinquenti ed essi diventano delinquenti. Il suo impegno più sacro è un gioco frivolo, la sua asserita onesta sollecitudine è il più sfacciato cinismo. Quanto più, disprezzando profondamente gli uomini, cerca il favore di quanti disprezza, tanto più sicuramente suscita nella folla il culto divino della sua persona. Disprezzo e idolatria degli uomini vanno strettamente a braccetto»: D. Bonhoeffer, Etica, Queriniana, Brescia, 1995, pp. 63 s.
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