EUCARISTIA A CONCLUSIONE DEL CONVEGNO
Comunità Cristiana di Base del Cassano di Napoli
8 e 9 giugno 2019 – 50° Anniversario
Celebrazione Eucaristica
preparata dalle donne
Tra sogno e utopia
Contributo musicale: Todo cambia (dalla poesia del cileno Julio Numhauser)
Cambia lo
superficial
Cambia también lo profundo
Cambia el modo de pensar
Cambia todo en este mundo
Cambia el
clima con los años
Cambia el pastor su rebaño
Y así como todo cambia
Que yo cambie no es extraño
Cambia el
mas fino brillante
De mano en mano su brillo
Cambia el nido el pajarillo
Cambia el sentir un amante
Cambia el
rumbo el caminante
Aúnque esto le cause daño
Y así como todo cambia
Que yo cambie no es extraño
Cambia todo cambia ………
Cambia el
sol en su carrera
Cuando la noche subsiste
Cambia la planta y se viste
De verde en la primavera
Cambia el
pelaje la fiera
Cambia el cabello el anciano
Y así como todo cambia
Que yo cambie no es extraño
Pero no
cambia mi amor
Por mas lejo que me encuentre
Ni el recuerdo ni el dolor
De mi pueblo y de mi gente
Lo que cambió ayer
Tendrá que cambiar mañana
Así como cambio yo
En esta tierra lejana
Cambia todo cambia ………
(Una voce da lontano)
Figlie mie,
avete trascorso buona parte della vostra vita all’interno della comunità del Cassano e oggi vi chiedo di guardare nel vostro intimo per fare qualche riflessione.
Chi siete diventate?
Quali sono oggi le vostre paure?
Il vostro modo di vivere la fede è cambiato nel tempo?
Quali sono le vostre certezze?
Quali sono le vostre speranze?
(Rosetta)
Tanti anni fa la comunità si pose l’obiettivo di agire e vivere come fedeli dissenzienti verso una chiesa “una-santa-cattolica-apostolica”, i suoi dogmi, i suoi abusi, per ritornare con la ricerca biblica e la condivisione di essa, in clima di fratellanza e comunione, all’essenza del messaggio evangelico, in cui fede e carità diventano SOVVERSIVE, perché scuotono gli animi sedati da falsi idoli e/o ideali, riportando l’uomo tra gli uomini, aprendolo all’accoglienza, alla non violenza, all’amore universale.
Per me la figura di Gesù è essenziale in questo percorso e la sua divinità fattasi umana è un mistero che, nonostante le lotte interiori, riempie la mia vita di speranza e dolcezza. I simboli che accompagnano questo mistero sono quelli più antichi e semplici della storia dell’uomo – PANE E VINO – e anche in questi, nella loro essenza CONDIVISA, ritrovo la forza del Vangelo di liberazione, anche dalle sovrastrutture mentali esasperanti che allontanano l’uomo dalla ricerca di un’armonia interiore.
Se lo studio della Bibbia mi deve condurre ad un continuo conflitto e a smarrire il senso del Divino in me, allora NON VOGLIO STUDIARE, voglio abbandonarmi come bambina tra le braccia del Padre, fiduciosa, semplice, attenta al messaggio di uguaglianza, giustizia, fratellanza da Lui, divino e umano, promosso in modo per me ineccepibile.
(Rosa)
La nostra storia è stata impregnata da concetti di forza, supremazia, competizione, profitto.
E’ tempo di cambiare e muoverci verso ”la civiltà della tenerezza”.
da “Storie di un tempo minore” – Destino di carezze
di Angela Angiuli – Fara ed. 2016)
Ho un destino di carezze
finirò nel Bene – lo so-
inciamperò nell’aria come un angelo imperfetto
incerto del suo Cielo, incredulo che la futilità
gli faccia da ali
e il suo disorientamento sia la bussola migliore.
Perché neanche la creatura più perfetta
ha il tuo splendore- piccolo uomo-
la fragilità, l’insuccesso, il tuo bisogno
rimane la tua parte migliore.
Poche briciole questa vita
le posso contare
metterle sul davanzale
per i passeri dell’inverno
– forse è poco – non importa
per la fame di Dio ogni avanzo è un pranzo
e nel dono, ogni gesto moltiplica se stesso
come in una pozza d’acqua,
per un istante oceano d’onde
e stormi di sorrisi che si espandono nell’aria.
La tenerezza è rivoluzionaria, non è una debolezza sentimentale, è un affetto penetrante che illumina il mondo, una forza vitale che risveglia la passione del vivere intelligente. Insieme.
(Michela)
Nel brano del Vangelo di Luca che andremo a leggere si conferma la sostanziale differenza tra la Religione e la Spiritualità, spiritualità che nello specifico cristiano conduce alla fede. Mentre, infatti, la prima nasce dagli uomini ed è diretta verso la divinità, la seconda nasce da Dio ed è rivolta agli uomini, mentre nella religione è sacro il Libro, nella spiritualità è sacro l’uomo; ed ancora mentre nella religione è importante il sacrificio, nella spiritualità l’amore.
Come Papa Francesco ci dice, il Vangelo di Luca ci catapulta in strada, luogo privilegiato di Gesù per insegnare gli elementi essenziali della vita e della fede (o spiritualità). Per strada incontriamo il dolore e la misericordia, la sofferenza e la consolazione, la richiesta di assistenza e di risposta diretta.
Dal Vangelo di Luca 10, 25-37
Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: “Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?”.
Gesù gli disse: “Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?”.
Costui rispose: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso”.
E Gesù: “Hai risposto bene; fà questo e vivrai”.
Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è il mio prossimo?”.
Gesù riprese: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.
Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall’altra parte.
Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre.
Invece un Samaritano, che era in
viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione.
Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi,
caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di
lui.
Il giorno seguente, estrasse due
denari e li diede all’albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che
spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno.
Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?”.
Quegli rispose: “Chi ha avuto compassione di lui”.
Gesù gli disse: “Và e anche tu fà lo stesso”.
(Margherita)
Come Comunità ci siamo sempre interessati alle problematiche degli ultimi; e più di recente degli immigrati, i nuovi poveri ai quali oggi è tolta anche l’antica dignità del povero.
Nessuna solidarietà gli è data, come di recente la scrittrice Donatella Di Cesare citava: “il capitalismo globalizzato lo lascia morire in mare o lo consegna a quegli innumerevoli campi di cui è costellato il mondo degli Stati-Nazione”.
Anche Gesù è nato come un immigrato respinto, che con la sua famiglia fu costretto dalla violenza del potere alla fuga in Egitto.
Mare Nostro di Erri De Luca – aprile 2015
Mare nostro che non sei nei cieli
e abbracci i confini dell’isola
e del mondo, sia benedetto il tuo sale,
sia benedetto il tuo fondale,
accogli le gremite imbarcazioni
senza una strada sopra le tue onde
i pescatori usciti nella notte,
le loro reti tra le tue creature,
che tornano al mattino con la pesca
dei naufraghi salvati.
Mare nostro che non sei nei cieli,
all’alba sei colore del frumento
al tramonto dell’uva e di vendemmia.
ti abbiamo seminato di annegati più di
qualunque età delle tempeste.
Mare Nostro che non sei nei cieli,
tu sei più giusto della terraferma
pure quando sollevi onde a muraglia
poi le abbassi a tappeto.
Custodisci le vite, le visite cadute
come foglie sul viale,
fai da autunno per loro,
da carezza, abbraccio, bacio in fronte,
madre, padre prima di partire.
(Rita)
Dall’intervento di Mons. C. Rocchetta al Convegno ad Assisi “La teologia della tenerezza in Papa Francesco” – 2018
Parafrasando la celeberrima frase di Fedor Dostoevskij, possiamo dire che la tenerezza, insieme alla misericordia, salverà il mondo.
Ci vorrà del tempo ma come sarebbe bello che la Chiesa facesse un bagno nella tenerezza di Dio e ritrovasse le radici della tenerezza!
La tenerezza è un modo di pensare, di amare, di relazionarsi, è cultura della convivialità.
Attenzione, però, non si tratta di una cultura della remissività, ma della capacità di vincere il male col bene, di non far prevalere la violenza.
La dimensione “politica” della tenerezza ha a che fare con il cuore dell’uomo e contribuisce ad umanizzare le relazioni, la società, i rapporti interpersonali, basandoli non sull’avere ma sull’essere.
La Chiesa ha bisogno di un “giubileo della tenerezza”.
Da “Abbiamo fame di tenerezza” di A. Merini – 2018
Abbiamo bisogno di tenerezza,
in un mondo dove tutto abbonda
siamo poveri di questo sentimento
che è come una carezza
per il nostro cuore.
Abbiamo bisogno di questi piccoli gesti
che ci fanno stare bene.
La tenerezza
è un amore disinteressato e generoso
che non chiede nient’altro
che essere compreso e apprezzato.
(Elisa)
Guardare un bel panorama mi stupisce e mi infonde speranza. I miei occhi si perdono nell’incantesimo di una visione perfetta, la mia anima entra in contatto con l’Infinito ed io vorrei che mai svanisse questa meraviglia.
E proprio per questo, lo stupore che genera la bellezza del Creato non deve essere solo contemplazione del bello, ma deve produrre senso di appartenenza e capacità di cura attenta e sollecita.
Da “La bellezza del creato” di A. Modaffari Bartoli
Mi struggo, mi emoziono quando la bellezza del paesaggio esplode intorno a me.
Mi seduce, mi abbaglia come fa l’amore, quando nasce
e mi avvolge senza darmi tregua.
Mi afferra, mi avvinghia dentro i suoi colori
e a volte mi stringe nel candore.
Lacerante strazio, quando vedo la sua lenta morte,
perché vorrei poter guardare soltanto il suo librarsi in volo.
Contributo musicale: Il Cantico delle
Creature (A. Branduardi – 2000)
A te solo
Buon Signore
Si confanno gloria e onore
A Te ogni laude et benedizione
A Te solo si confanno
Che l’altissimo Tu sei
E null’omo degno è
Te mentovare.
Si laudato Mio Signore
Con le Tue creature
Specialmente Frate Sole
E la sua luce.
Tu ci illumini di lui
Che è bellezza e splendore
Di Te Altissimo Signore
Porta il segno.
Si laudato Mio Signore
Per sorelle Luna e Stelle
Che Tu in cielo le hai formate
Chiare e belle.
Si laudato per Frate Vento
Aria, nuvole e maltempo
Che alle Tue creature dan sostentamento.
Si laudato Mio Signore
Per sorella nostra Acqua
Ella è casta, molto utile
E preziosa.
Si laudato per Frate Foco
Che ci illumina la notte
Ed è bello, giocondo
E robusto e forte.
Si laudato Mio Signore
Per la nostra Madre Terra
Ella è che ci sostenta
E ci governa
Si laudato Mio Signore
Vari frutti lei produce
Molti fiori coloriti
E verde l’erba.
Si laudato per coloro
Che perdonano per il Tuo amore
Sopportando infermità
E tribolazione
E beati sian coloro
Che cammineranno in pace
Che da Te Buon Signore
Avran corona.
Si laudato Mio Signore
Per la Morte Corporale
Chè da lei nesun che vive
Può scappare
E beati saran quelli nella Tua volontà
che Sorella Morte non gli farà male.
(Rosanna)
La vera prassi della comunità è camminare, ricercare, testimoniare e lottare per i “diritti civili”, in particolare contro l’emarginazione e l’oppressione cui le donne sono state sottoposte nella Chiesa e nella società.
Dal pensiero di Madeleine Delbrel, teologa francese del novecento
Forse è più emozionante visitare, nella propria giornata, cinque o dieci famiglie numerose, procurar loro a suon di pratiche questo o quel sussidio; sarebbe invece senza dubbio meno emozionante, ma più utile, preparare il cammino a quel disegno di legge che potrebbe migliorare le condizioni di vita di tutte le famiglie numerose, che noi le conosciamo personalmente oppure no.
(Marinella)
Salmo 145
Alleluia.
Loda il Signore, anima mia:
loderò il Signore per tutta la mia vita,
finché vivo canterò inni al mio Dio.
Non confidate nei potenti,
in un uomo che non può salvare.
Esala lo spirito e ritorna alla terra;
in quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni.
Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe,
chi spera nel Signore suo Dio,
creatore del cielo e della terra, del mare e di quanto contiene.
Egli è fedele per sempre,
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri,
il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge lo straniero,
egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie degli empi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, per ogni generazione.
(Antonia)
Dal libro di Tobia cap. 6,18
Non avere timore, perché essa ti era già stata destinata da tempo e tu la proteggerai, verrà con te e io ti assicuro che da lei avrai dei figli che ti saranno come fratelli; non darti pensiero.
Tanti anni fa, questo brano era stampato sull’invito al matrimonio mio e di Corrado. Abbiamo avuto allora speranza e non possiamo non averne oggi che i nostri figli, i figli di tutta la comunità sono una splendida realtà.
Io penso che i nostri ragazzi siano migliori di noi perché hanno saputo vivere i loro ideali in tanti contesti diversi, ma sempre con entusiasmo e coerenza.
Oggi che sono arrivati anche i nostri nipoti, la mia speranza è che i semi possano continuare a germogliare e possano dare ancora frutti abbondanti.
Brevi riflessioni, testimonianze, segni
Contributo musicale: Imagine di J. Lennon – 1971
(Rosa)
Ogni mattina
quando vedo il cielo che
da nero, impenetrabile,
si trasforma in azzurro,
mi pare che
una grande coperta di tenerezza
avvolge l’umanità
(Fratel Arturo Paoli)
Preghiera eucaristica
(Tutti)
Signore,
il nostro sguardo è rivolto all’esterno di questa stanza, dove purtroppo il pane non viene “spezzato”. Tanti muoiono di fame, la terra viene violentata ed inquinata, i fiumi deviati e la gente è deprivata delle risorse necessarie per vivere.
Vogliamo sentire l’impegno per la salvezza della madre terra perché il suo destino è il destino di tutti noi. Se essa è povera tutti noi saremo poveri e i più poveri soffriranno più di tutti.
Vogliamo sentirci UMANITÀ. Vogliamo sentirci UNIVERSO. Vogliamo sentirci una sola cosa con madre terra. Questo è il nostro vero corpo.
E perciò vogliamo condividere lo spezzare il pane come tu ci hai invitato a fare la sera in cui ti mettesti a tavola con i tuoi dicendo:
“Prendete e mangiate questo pane.
E’ il segno del mio corpo donato a tutti voi
e ogni volta che ripetete questo gesto ricordatevi di questo dono.
Prendete e bevete.
Questo è il calice che stabilisce tra noi un nuovo patto di amore,
un patto che ha la forza della vita.
Bevetelo attualizzando ogni giorno una nuova alleanza”
Ed ora uniamoci nella preghiera che tutti ci accomuna
Padre nostro
Scambiamoci un abbraccio di fraternità.
Facciamo eucaristia
(distribuzione del pane e del vino)
Contributo
musicale: Alleluia di Leonard Cohen – 1984
I heard there was a secret chord
That David played and it pleased the lord
But you don’t really care for music do ya
Well it goes like this the fourth the fifth
The minor fall and the major lift
The baffled king composing hallelujah
Hallelujah, hallelujah, hallelujah, hallelujah.
Well your faith was strong but you needed proof
You saw her bathing on the roof
Her beauty and the moonlight overthrew you
She tied you to a kitchen chair
She broke your throne and she cut your hair
And from your lips she drew the hallelujah
Hallelujah, hallelujah, hallelujah, hallelujah.
Baby I’ve been here before
I’ve seen this room and I’ve walked this floor
You know, I used to live alone before I knew you
And I’ve seen your flag on the marble arch
And love is not a victory march
It’s a cold and it’s a broken hallelujah.
Hallelujah, hallelujah, hallelujah, hallelujah
Well there was a time when you let me know
What’s really going on below
But now you never show that to me do you
But remember when I moved in you
And the holy dove was moving too
And every breath we drew was hallelujah
Hallelujah, hallelujah, hallelujah, hallelujah.
Well maybe there’s a god above
But all I’ve ever learned from love
Was how to shoot somebody who outdrew you
And it’s not a cry that you hear at night
It’s not somebody who’s seen the light
It’s a cold and it’s a broken hallelujah
Hallelujah, hallelujah, hallelujah,
hallelujah,…
(Mirella)
Da “L’utopia sostenibile” di E. Giovannini – 2018
Per costruire un futuro migliore ci serve un’utopia.
Continuare a pensare e ad agire come nel passato vuol dire far precipitare il nostro mondo in una profonda crisi.
E’ richiesto l’impegno di tutti e un profondo cambiamento del modo in cui leggiamo e affrontiamo i problemi che ci circondano.
“La parabola del seminatore pazzo” di Franco Barbero -1999
Un seminatore uscì a seminare. Vide una terra ben irrigata e passò oltre; vide una terra feconda e passò oltre; vide una terra dolcemente esposta al sole e passò oltre; vide una terra ridente e amena e ancora passò oltre.
Vide finalmente una terra secca, pietrosa e sconnessa. Amò quella terra, le sorrise, le parlò, la baciò, aprì la mano e lasciò cadere il seme con abbondanza, con larghezza, senza misura.
Tutti ridevano di quel folle che seminava sulle pietre, ma egli quella notte sognò: sognò acqua che zampillava nel deserto e spighe che brillavano tra le pietre. Trascorse molto tempo. La terra era sempre una desolata pietraia che succhiava ruscelli d’acqua faticosamente immessi tra i sassi. Il seminatore continuò ad amare quella terra.
Un mattino, un mattino come mille altri, il seminatore fu meravigliato: quella terra arida e pietrosa biondeggiava di messi e in essa scorrevano torrentelli di latte e miele.
Contributo musicale: L’ isola che non
c’è di E. Bennato
Seconda stella a destra
questo è il cammino
e poi dritto, fino al mattino
poi la strada la trovi da te
porta all’isola che non c’è.
Forse questo
ti sembrerà strano
ma la ragione
ti ha un po’ preso la mano
ed ora sei quasi convinto che
non può esistere un’isola che non c’è.
E a
pensarci, che pazzia
è una favola, è solo fantasia
e chi è saggio, chi è maturo lo sa
non può esistere nella realtà!…
Son
d’accordo con voi
non esiste una terra
dove non ci son santi né eroi
e se non ci son ladri
se non c’è mai la guerra
forse è proprio l’isola
che non c’è. che non c’è
E non è
un’invenzione
e neanche un gioco di parole
se ci credi ti basta perché
poi la strada la trovi da te.
Son
d’accordo con voi
niente ladri e gendarmi
ma che razza di isola è?
Niente odio e violenza
né soldati né armi
forse è proprio l’isola
che non c’è… che non c’è.
Seconda stella
a destra
questo è il cammino
e poi dritto, fino al mattino
poi la strada la trovi da te
porta all’isola che non c’è.
E ti
prendono in giro
se continui a cercarla
ma non darti per vinto perché
chi ci ha già rinunciato
e ti ride alle spalle
forse è ancora più pazzo di te
le immagini presenti nel testo sono di Felice Pignataro che con i suoi murales, le sue opere, la sua vita ha accompagnato – ed accompagna ancora – il nostro cammino. |
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