Manifesto per un Green New Deal europeo
27 FEBRUARY 201
L’Unione Europea, nonostante limiti ed errori, rimane il progetto politico che ha garantito un livello di pace, sicurezza, prosperità, diritti e libertà senza precedenti nella storia del continente europeo. E un modello globale unico di condivisione pacifica della sovranità nazionale per il bene comune. Tuttavia l’Europa di oggi non è sufficientemente attrezzata per affrontare la sfida globale più grande di questo secolo – quella del cambiamento climatico – in modo adeguato e giusto.
Senza una trasformazione più rapida e profonda di tutte le attività umane, per prepararsi agli impatti ed abbattere le emissioni di gas serra, non sarà possibile mantenere un ambiente stabile e vitale, condizione necessaria per una vita prospera e sicura. Già oggi la concentrazione di CO2 in atmosfera ha raggiunto valori senza precedenti nella storia della civiltà umana. Ciò contribuisce alla formazione di eventi meteorologici sempre più estremi e frequenti, come siccità e tempeste, e di processi potenzialmente irreversibili, come la desertificazione, l’innalzamento dei mari e il rischio estinzione di interi ecosistemi terrestri e marini, generando già rilevanti impatti sociali ed economici. La comunità scientifica è chiara: non c’è più tempo per rimandare la trasformazione ecologica.
La sfida del clima è profondamente legata a tutte quelle che mettono in questione il futuro dell’Unione Europea – dalle migrazioni alle disuguaglianze, dal futuro del lavoro alla fiducia nelle istituzioni – e risolvibile pacificamente solo attraverso la cooperazione europea e internazionale. Per garantire un presente e un futuro sicuro, giusto e prospero per tutti i cittadini europei, il nuovo Parlamento Europeo e la nuova Commissione Europea devono impegnarsi a sviluppare e realizzare un grande piano per il clima – un Green New Deal europeo – equivalente al più ampio programma di trasformazione dell’economia e della società europea dai tempi del Piano Marshall.
Il Green New Deal europeo incorpora una visione di democrazia europea sociale e sostenibile che non separa il problema del clima da quelli della società e che mira a una trasformazione ecologica, sia all’interno che all’esterno dei confini europei, che sia equa, giusta e fondata nella scienza. Il cambiamento climatico richiede un nuovo patto e un nuovo impegno sociale ecologico tra cittadini, imprese e istituzioni. Il sistema Europa deve pensare le sfide ambientali, economiche e sociali in modo connesso e offrire soluzioni che producono benessere sostenibile e distribuito per abbattere le diseguaglianze e che proteggono i cittadini dagli impatti negativi delle trasformazioni.
Clima Europa propone un manifesto di dieci principi e azioni per il futuro dell’Europa:
1. Investimenti per un futuro sicuro e sostenibile
La nuova strategia europea a lungo periodo sul clima deve impegnarsi a raggiungere:
- zero emissioni nette entro il 2045 per limitare l’incremento della temperatura media globale entro 1,5 gradi
- la riduzione delle emissioni europee di almeno il 55% al 2030 rispetto al 1990
- la fuoriuscita dell’Europa dal carbone entro il 2030
- 100% elettricità pulita entro il 2040
- un risparmio energetico di almeno il 50% al 2030 dei consumi attuali di tutti gli edifici europei, dei complessi industriali e dei trasporti attraverso massicci investimenti in efficienza energetica.Tutti gli investimenti pubblici in efficienza energetica non dovranno essere contabilizzabili come nuovo debito
- promuovere con più risorse e iniziative la conoscenza e il dibattito sul clima nelle scuole e nelle università d’Europa
2. Per una finanza ecologica giusta
Attraverso riforme che rimettano la finanza al servizio delle persone e delle imprese e includano:
- lo stop, entro i prossimi 5 anni, a tutti i sussidi e finanziamenti pubblici europei destinati ai combustibili fossili
- un piano finanziario che identifichi il volume di investimenti necessario a realizzare il Green New Deal
- l’obbligo di dichiarare le informazioni legate alla produzione di emissioni, e i loro impatti, di tutte le attività economiche pubbliche e private, attuando le raccomandazioni della Task Force on Climate-related Financial Disclosures del Financial Stability Board
- l’introduzione di una tassazione socialmente giusta e sostenibile della CO2, integrativa al prezzo del mercato europeo delle emissioni, le cui entrate devono essere destinate a (i) un “Fondo per la transizione giusta” che garantisca un’alternativa ai lavoratori affetti dalle trasformazioni tecnologiche, rafforzando le misure di protezione sociale e promuovendo occupazione attraverso la riduzione del cuneo fiscale, e (ii) un “Fondo contro la povertà energetica”, per la riqualificazione energetica delle abitazioni delle famiglie a più basso reddito
3. Promuovere un’economia circolare
- cambiando i modelli di produzione e di consumo lineari, basati sull’alto consumo di risorse e di energia, promuovendo modelli circolari e che puntano all’utilizzo prolungato, al riuso, all’uso condiviso, al riciclo di prodotti, componenti e materiali tecnici e alla gestione circolare di quelli organici restituendoli ai suoli. Questo cambiamento è necessario non solo per risparmiare e usare in modo più efficiente le risorse ma anche per ridurre i consumi di energia e le emissioni di gas serra
- le industrie e le infrastrutture dovranno essere pensate in coerenza con i principi dell’economia circolare e degli obiettivi di abbattimento delle emissioni di lungo periodo, investendo in ricerca e sviluppo e supportando la riconversione industriale di aree in declino o dismesse
4. Lasciare i combustibili fossili nel sottosuolo
- attraverso una moratoria delle nuove licenze di esplorazione e perforazione per la produzione di nuovi combustibili fossili su tutto il territorio europeo entro il 2020
5. Proteggere dagli impatti del clima per una transizione resiliente e giusta
- mettere l’adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la resilienza al centro di tutte le politiche comunitarie affidando la responsabilità politica della gestione del rischio climatico al Primo vicepresidente e l’implementazione al Segretariato generale della Commissione Europea per garantire un sufficiente mandato politico e l’integrazione a tutti i livelli
- supportare lo sviluppo, di concerto con tutte le forze sociali, economiche, locali, regionali e nazionali, di piani di protezione sociale per le comunità e i lavoratori più affetti e vulnerabili al cambiamento tecnologico e l’evoluzione industriale
6. Garantire una mobilità urbana sostenibile e sicura per tutti
- stop alla vendita di veicoli a diesel e benzina entro il 2035
- incentivi alla mobilità elettrica, pubblica e privata, e alla costruzione del parco infrastrutturale di ricarica, promuovendo l’aumento delle chiusure e le limitazioni al traffico urbano e l’aumento della mobilità pedonale e ciclabile, nonché del trasporto condiviso e quello pubblico con mezzi ecologici
7. Garantire aria pulita a tutti
- raggiungere entro il 2030 in tutte le città europee livelli di inquinamento atmosferico in linea con i limiti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità attraverso la decarbonizzazione dei trasporti, del riscaldamento e dell’industria
- 100 città europee dovranno essere identificate come laboratori reali di trasformazione e innovazione
8. Ripensare l’agricoltura e l’alimentazione
- sostenere nella politica agricola comune un maggiore impegno nelle politiche climatiche di mitigazione e di adattamento, che vedono prioritarie la gestione sostenibile delle risorse idriche, la tutela e il recupero di suoli e della biodiversità
- promuovere una dieta più bilanciata e sostenibile per ridurre le emissioni, il forte impatto idrico della produzione alimentare e salvaguardare gli ecosistemi terrestri e marini
9. Liberare i mari e gli oceani dalle plastiche
L’inquinamento dei mari e degli oceani è un’emergenza globale che va affrontata con misure più adeguate e impegnative:
- le microplastiche presenti in diversi prodotti e plastiche monouso devono essere eliminate e sostituite con prodotti biodegradabili
- gli abbandoni e gli smaltimenti illeciti di rifiuti e di plastiche che finiscono nei fiumi e nei mari devono essere combattuti più decisamente, sanzionati e contrastati con campagne di informazione ed educazione ambientale più efficaci
- la raccolta e i riciclo dei rifiuti di plastica vanno incrementati puntando all’80% dell’immesso al consumo entro il 2030. Servono iniziative per intercettare, raccogliere e avviare al riciclo le plastiche alle foci dei fiumi e per raccogliere quelle raccoglibili nei mari anche facilitando e incentivando la collaborazione dei pescatori in queste raccolte
10. Una nuova politica estera che mette l’attuazione dell’Accordo di Parigi al centro delle relazioni internazionali
- dal commercio alla cooperazione e sviluppo alla sicurezza globale, abbiamo bisogno di una diplomazia europea più forte e organizzata che supporti tutti i paesi, dai grandi emettitori come Cina e India ai produttori di combustibili fossili e ai paesi più vulnerabili, ad aumentare l’azione per il clima e a gestire in modo efficace e giusto il movimento forzato delle persone e il sorgere di nuovi conflitti o l’aggravarsi di nuovi
- la diplomazia europea deve continuare a promuovere una riforma delle Nazioni Uniti per attrezzarla a gestire le trasformazioni del cambiamento climatico ripensando il sistema di responsabilità e migliorando la comprensione e la diffusione delle informazioni sugli impatti climatici e i loro rischi per il mantenimento della pace, dei diritti e della sicurezza globale
Commenti recenti