NON SIAMO PESCI
«Non siamo pesci»
– ***, 24.01.2019
Appello migranti.
«Non siamo pesci»: così Fanny, fuggita da un conflitto armato in Congo e per 19 giorni a bordo della
nave Sea Watch.
«Non riuscirò più a parlare tra poco perché sto congelando. Fate presto», così l’ultima telefonata
giunta al numero di Alarm Phone dal barcone con circa 100 persone a bordo, al largo di Misurata,
domenica scorsa.
«Non ho bisogno di essere sui notiziari, ho bisogno di essere salvato», così l’ultima risposta che uno
dei 100 naufraghi lascia ad Alarm Phone.
La ripetizione di questi «non» porta in superficie quel che una semplice cronaca di quanto avvenuto
nel Mar Mediterraneo nel corso delle ultime ore non riesce più a far percepire. I fatti sono questi:
qualche giorno fa, in una manciata di ore, hanno perso la vita nelle acque del Mediterraneo 170 tra
migranti e profughi. Quarantasette sono stati tratti in salvo dall’organizzazione non governativa Sea
Watch e circa 100 sono stati raccolti dal cargo battente bandiera della Sierra Leone e avviati verso il
porto di Misurata dove, prevedibilmente, saranno reclusi in uno dei centri di detenzione, legali o
illegali, della Libia. Centri dove, secondo i rapporti delle Nazioni Unite e di tutte le agenzie
indipendenti, si praticano quotidianamente abusi, violenze, stupri, torture. Intanto, l’imbarcazione
Sea Watch 3 è destinata a ripercorrere quel doloroso e drammatico itinerario che già l’ha portata a
cercare invano un porto sicuro per ben 19 giorni.
Ciò che emerge è il deprezzamento del senso e del valore della vita umana. Sea Watch, va ricordato,
è l’unica Ong oggi presente nel Mar Mediterraneo, ormai privo di qualsiasi presidio sanitario, di
soccorso e di protezione dei naufraghi. Altro che fattore di attrazione per i flussi migratori, altro che
«alleati degli scafisti» o «taxi del mare»: le navi umanitarie, le poche rimaste, salvano l’onore di
un’Europa che dà il peggio di sé e si mostra incapace persino di provare vergogna.
Vogliamo dare voce a un’opinione pubblica che esiste e che di fronte a una tale tragedia chiede di
ripristinare il rispetto delle leggi e delle convenzioni internazionali, e soprattutto del senso della
giustizia. A cominciare con il consentire alle navi militari e alle Ong che salvano le vite in mare di
poter intervenire.
E a chi finge di non conoscere le condizioni di quanti grazie anche a risorse e mezzi italiani
vengono riportati nei centri di detenzione libici, chiediamo di fare chiarezza sul comportamento e
sulle responsabilità della guardia costiera libica. E sulle cause dei più recenti naufragi, come quello
che ha causato, in ultimo, la morte di 117 persone, rendendo pubblici documenti, comunicazioni e
video relativi.
A questo fine chiediamo al Parlamento di istituire una commissione di inchiesta sulle stragi nel
Mediterraneo e di realizzare una missione in Libia. Chiediamo inoltre al Governo di offrire un porto
sicuro in Italia alla Sea Watch, che sabato scorso ha salvato 47 persone, senza che si ripeta l’odissea
vissuta a fine dicembre davanti a Malta. E ricordiamo a tutti gli Stati europei che la redistribuzione
dei migranti si fa a terra e non in mare.
Per questo, lunedì 28 gennaio ci ritroveremo dalle ore 17.00 a piazza Montecitorio, a Roma.
Non possiamo e non vogliamo essere complici di questa strage.
Per aderire scrivere a nonsiamopesci@gmail.com. L’elenco completo dei sottoscrittori verrà
pubblicato su abuondiritto.it
FIRME: Luigi Manconi, Roberto Benigni, Sandro Veronesi,Elena Stancanelli, Alessandro Bergonzoni,
Massimo Recalcati, Franco Cordelli, Massimo Cacciari, Gabriella Bonacchi, Giacomo Marramao,
Antonella Soldo, Paolo Naso, Teresa Ciabatti, Luca Doninelli, Gad Lerner, Emanuele Macaluso,
Aldo Masullo, Armando Spataro, Eugenio Mazzarella, Romano Madera, Antonio Leotti, Caterina
Bonvicini, Chiara Valerio, Edoardo De Angelis, Francesca d’Aloja,
Gipi, Giuseppe Genna, Hamid Ziarati, Valentina Calderone, Jasmin Bahrabadi, Manuela Cavallari,
Marco Cassini, Michela Murgia, Valentina Brinis,
Gabriele Muccino, Valentina Moro, Paolo Virzì, Riccardo Rodolfi, Roberto Alajmo, Silvia Giagnoni,
Federica Graziani,Valerio Nicolosi,Stefano Eco,
Simone Lenzi, Massimo Coppola, Umberto Galimberti, Giovanni Veronesi, Valeria
Solarino, Maurizio De Giovanni, Marco Missiroli, Emanuele Trevi,
Fabio Genovesi, Roberto Saviano, Raffaele Manica, Kasia Smutniak, Domenico Procacci, I ragazzi e
le ragazze di Scomodo, I 100 autori, Silvia Avallone
Mauro Covacich, Kim Rossi Stuart, Marcello Fois, Dalia Oggero, Fabio Geda, Evelina Santangelo,
Francesco Bianconi, Daniele Vicari, Salvatore Natoli
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