UN RICORDO DI GAETANO
GENNARO SANGES
Un subdolo, infido, silente male, inesorabile e devastante, ci ha portato via nel giro di un mese l’amico fraterno Gaetano mentre in pienezza viveva con passione i suoi tanti impegni sociali, civili, culturali, affettivi. Quattro, secondo me, i campi fondamentali del suo impegno poliedrico.
L’attività pubblicistica di segno civile, svolta fin da giovanissimo collaborando prima ad una piccola rivista “Noi e gli altri” che si stampava a Casoria, diretta da Mauro Piscopo, che interveniva sulle problematiche dei ragazzi con disabilità; collaborando poi per diverso tempo con La Voce della Campania negli anni ’80; infine dirigendo da un paio d’anni la rivista on line Zona Grigia dove negli ultimi tempi, con rabbia, sdegno, indignazione stava svolgendo una aspra battaglia contro la deriva razzista, di intolleranza, di disumanità che stava attraversando l’Europa e il nostro Paese. “Pietà l’è morta” ripeteva spesso, in difesa dei migranti, dei poveri e degli ultimi della terra. Il suo ultimo articolo, il 18 settembre, “C’è speranza”? è sembrato a molti una sorta di testamento spirituale.
Un altro campo di impegno è stato quello del lavoro e dei diritti dei lavoratori con la scelta della militanza sindacale nella Cgil, prima come delegato presso il Provveditorato agli studi dove lavorava, poi come dirigente nella segreteria di Napoli della Funzione Pubblica. Proprio a settembre era stato tra i maggiori organizzatori di un Convegno Nazionale sulla condizione dei penitenziari, settore da lui seguito insieme con gli altri settori ministeriali. Sempre con intelligenza, competenza, ascolto dei lavoratori, ricerca dell’unità sindacale. All’inizio della sua attività dirigenziale nella Cgil, insieme con pezzi di Magistratura Democratica, Psichiatria Democratica e diverse realtà associative diede vita ad una aggregazione che porterà avanti l’obiettivo di un Garante regionale per l’infanzia, di un Garante per i detenuti, della destinazione, nell’ambito dei lavori di ristrutturazione dell’Albergo dei Poveri, di alcune stanze all’accoglienza dei barboni. Obiettivi in parte o in tutto realizzati, qualcuno solo conquistato sulla carta.
Una scelta fondamentale della vita di Gaetano è stata l’esperienza di fede partecipando con altri alla nascita della comunità cristiana di base del Cassano oggi presente a Mianella e radicata soprattutto nell’area nord di Napoli. Un’esperienza di frontiera, un cammino di ricerca per essere quanto più possibile fedeli al messaggio evangelico, al messaggio di liberazione dell’umanità attingendo ispirazione dal rinnovamento conciliare, dalla Teoogia della Liberazione e prassi dal movimento delle comunità di base. E Gaetano fino a metà settembre aveva partecipato, con la passione di sempre, all’elaborazione del documento conclusivo dell’Incontro europeo del movimento delle comunità di base la cui stesura era stata affidata proprio alla comunità napoletana del Cassano. Documento, forte e duro nella critica all’Europa nel suo rapporto con i migranti, che poi alla fine delle giornate di Rimini sarà approvato all’unanimità.
Infine, ma primo per intensità e profondità, il campo degli affetti familiari con il grande rapporto d’amore con le sue donne, la moglie Mirella, la figlia Sonia, la sorella Michelina, affetti arricchiti negli ultimi anni dalla nascita di due nipotini, Claudia e Daniele per i quali si portava frequentemente a Roma dove i bambini vivevano con i genitori. Claudia e Daniele hanno perso un nonno prezioso, insostituibile ma sono sicuro che il seme dell’amore da lui diffuso, anche se per troppo pochi anni, darà comunque i suoi buoni frutti.
Noi tutti, amici, fratelli, compagni che abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo, ora che Gaetano ha fatto il suo ultimo viaggio, possiamo offrirgli una sola certezza, la certezza che resterà sempre nei nostri cuori e nella nostra vita.
Ciao Gaetano, ti vogliamo bene.
Commenti recenti