INTERVENTO DI ALDO NELL’INCONTRO AL CENTRO HURTADO CON I GRUPPI
INTRODUZIONE Incontro Cdb Cassano con gruppi e amici
2003 per il nostro venticinquennale pubblicammo il libro “Radici e Speranze” quest’anno , 2018, ne facciamo 50!
Un bel traguardo per una Comunità priva di strutture ed un assetto organizzativo definito, senza gerarchia e men che mai di finanziamenti. E, comunque, non abbiamo alcuna intenzione di andare in “pensione”, malgrado i numerosi acciacchi e qualche assenza preziosa.
E’ significativo il titolo che abbiamo dato a questo incontro “INSIEME per ANDARE OLTRE”.
Vogliamo arrivare in autunno ad un Convegno (magari avendo prodotto un secondo libro), ma vogliamo arrivarci facendo un percorso a tappe, la prima è quella di stasera, con comunità, gruppi ed amici con i quali abbiamo condiviso un tratto di strada. Una condivisione fatta di momenti comuni, di ideali e valori, di iniziative particolari, di amicizia.
La Comunità ha voluto affidare a Gennaro e a me la guida di questo incontro…ma sia ben chiaro non abbiamo alcuna carica…perché nella nostra Comunità non esistono cariche, gerarchie, nè mediatori, né leaders: tutti partecipano con il proprio tempo, la propria disponibilità, il proprio carisma alla vita della Comunità; tutti sono essenziali!
Questo tratto ci consente di definirci “ di base”, perché pur collegandoci idealmente alle Comunità di base latinoamericane non siamo omologabili ad esse; non abbiamo la dimensione “popolare”, sia per il numero di aderenti, sia per la nostra collocazione sociale.
La nostra Comunità, a differenza di tante Comunità italiane, non nasce attorno ad una figura carismatica, né all’interno di una parrocchia, nasce in un contesto essenzialmente laico, e abbiamo mantenuto tale connotazione per tutto il cinquantennio.
La Comunità ha indicato noi, perché abitiamo a Scampia, ed i l maggior numero di gruppi con i quali ci relazioniamo ora sono di questo territorio. Ma è bene precisare che la nostra Comunità non si identifica con un territorio sia perché veniamo da luoghi diversi, sia perché storicamente il nucleo originario più numeroso era collocato lungo Via del Cassano, ma anche perché per il nostro incontro settimanale ( il sabato) ci ritroviamo a Mianella.
Questo vuole essere un incontro informale durante il quale siete voi, gruppi ed amici, a dover parlare, a presentarvi , ad evidenziare le caratteristiche delle nostre relazioni, ad esprimere anche qualche rilievo critico.
Prima di dare la parola a Gennaro che tratteggerà gli aspetti ed i momenti essenziali di questi secondi 25 anni, vorrei sottoporvi due mie brevi considerazioni.
E’ evidente che volendo parlare dei nostri 50 anni di esperienza , vuol dire che per noi è importante FARE MEMORIA. Credo fermamente che COLTIVARE la MEMORIA, sia più che mai necessario. Siamo un “popolo di smemorati”. Mi sembra che siamo affetti da una sorte di “alzheimer collettiva”, con una memoria cortissima, che si concentra solo sugli ultimissimi anni . Col grosso pericolo di dare spazio a “movimenti negazionisti” e al risorgere di gruppi fascistoidi e xenofobi.
Coltivare la memoria anche in campo ecclesiale. Il periodo conciliare e quello appena dopo il Concilio è stato posto in soffitta, nel dimenticatoio per molti anni, dalla chiesa (il lungo pontificato di Papa Giovanni Paolo II e quello successivo di Ratzinger), ma anche dalla cultura, a tutti i livelli; per decenni ho tenuto una rubrica sul giornale locale “Fuga di notizie”, intervistando giovani universitari di varie facoltà, di storia e filosofia e giovani impegnati in diversi movimenti ecclesiali, e anche catechisti e sono rimasto colpito dalla mancanza di informazioni sui temi conciliari e sul contesto storico pre e post conciliare. Un’ulteriore conferma l’ho avuta recentemente seguendo una trasmissione (molto apprezzata) condotta da Paolo Miele (Il Passato e il Presente) che trattava della figura di Paolo VI. E’ stata delineata molto bene la figura di Paolo Vi, il suo percorso spirituale, le sue encicliche,le sue amicizie, le sue inquietudini, il suo tormento durante la vicenda Moro. Di fronte però alle sue inquietudini
derivanti dall’interno del mondo ecclesiale gli storici presenti (anziani e giovani) fanno riferimento alla “cosiddetta teologia della liberazione” e sottolineo “cosiddetta”, e ad alcune “deviazioni”…senza mai nemmeno nominare le comunità di base. Insomma noi saremmo dei “corpi deviati” all’interno della chiesa. Deviazioni da cosa? Dai dogmi, dalla dottrina, dai riferimenti politici, dagli accordi di potere….o dal vangelo?
L’altra questione che ha caratterizzato la comunità è la costante tensione verso la ricerca. “Coltivare il pensiero” è l’altra necessità contemporanea di fronte ad un “analfabetismo politico e culturale” che privilegia le semplificazioni, le banalizzazioni, gli slogans e le frasi fatte, ripetute ossessivamente, senza approfondimenti, senza le opportune articolazioni e argomentazioni.
Di chi la colpa? Qualcuno paventa una mutazione antropologica. E’ concepibile una “mutazione” che annulli il “pensiero”?
Ieri al Tan è stato proposto un film documento sulla legalità curato dal nostro amico Salvatore Nappa. Il film si è aperto con un bello e intrigante intervento di Alessandro Bergonzoni che, tra i tanti concetti espressi, giocando anche con le parole, ha parlato di un “popolo di (s)pensierati”…ovviamente con rammarico!
Tra le varie linee di riflessione che ci devono portare al Convegno, credo che non bisogna trascurare le due direttrici che ho appena indicato: “Coltivare la memoria” e “Coltivare il pensiero”.
Aldo
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